Omelia (26-09-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha concesso un po' di sollievo nella nostra schiavitù. Perché noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati. Come vivere questa Parola? Bellissima l'immagine della prima lettura di oggi: un popolo di schiavi, con gli occhi bassi e spenti nella cattività, chiusi definitivamente a qualsiasi orizzonte di libertà e di gioia, improvvisamente torna a vivere. Si accende di nuova luce lo sguardo del resto di Israele e di commozione profonda brillano occhi grati. Noi siamo schiavi! Questa è la constatazione dolorosa ma vera del sacerdote Esdra. Noi siamo schiavi del nostro egoismo, dei nostri meccanismi perversi che causano a noi stessi e agli altri tanta sofferenza. Siamo schiacciati dalle colpe nostre personali e da quelle collettive, sociali, dei nostri capi, siamo invischiati nella malvagità delle logiche che ci governano. Così ci accade che il bene che vogliamo non lo facciamo e il male che non vogliamo lo compiamo (cf Rm 7,19). Ogni preghiera autentica dovrebbe partire da questa constatazione per giungere all'esperienza vivificante di un Dio che ancora e sempre ci usa misericordia e ci invita a tornare a Lui (salmo responsoriale). Il Vangelo si spinge oltre: Gesù chiama a sé i Dodici per dare loro potere e autorità su tutti i demoni. Ecco, a noi deboli e peccatori, a noi, nella misura in cui ascoltiamo l'appello accorato di Dio che ci chiama a Sé, è dato il potere (che è il Suo e non il nostro), di schiacciare la testa all'antico serpente, per vivere al Suo cospetto, praticando la giustizia e costruendo il suo Regno. Oggi, nella mia pausa contemplativa, ripeterò insieme a San Paolo, con il cuore ardente: davvero, Signore, dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la tua grazia. La voce di un esegeta contemporaneo Il peccato più difficile a convertirsi è quello di chi si crede giusto e non peccatore, non bisognoso della misericordia di Dio. Silvano Fausti |