Omelia (28-09-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Ma voi, chi dite che io sia? Pietro, prendendo la parola, rispose: il Cristo di Dio. Come vivere questa Parola? Il profeta Aggeo, nella prima lettura, si fa portavoce di Dio e annuncia per il prossimo futuro la pienezza di gloria della sua casa, il tempio. I discepoli, nel Vangelo, si fanno portavoce della gente, che riconosce in Gesù il Battista, o Elia, o uno degli antichi profeti. Da questo confronto, è facile constatare la distanza che separa Dio dagli uomini: Dio è tutto sbilanciato verso il futuro, verso la pienezza di gloria; gli uomini invece sono rivolti ai profeti antichi, a un passato che non c'è più. La promessa di Dio, di gloria e di pace, è il desiderio di ogni uomo: ma in quei nomi, "Giovanni Battista...Elia...uno degli antichi profeti", sembra di poter leggere la disillusione di ogni generazione, che ha visto morire di morte violenta i suoi sogni di giustizia e di pace. Non è così anche per noi? Ma ecco che una esclamazione, come un lampo, strappa il velo della disillusione, la nebbia dello scoraggiamento: "Il Cristo di Dio!" Gesù non è un profeta del passato già ucciso né il Messia del futuro ancora da venire: Egli è la pienezza della gloria e la pace di adesso, ora, al presente. Egli è la realizzazione della promessa di Dio e del desiderio degli uomini: ma il nemico antico non si alzerà ancora una volta per combattere contro la pace che Gesù è venuto a portare? Certamente, anzi Gesù stesso subito lo predice(v.22): "gli anziani, i sommi sacerdoti e gli scribi" di turno lo faranno ancora una volta molto soffrire, fino a metterlo a morte...ma il terzo giorno risorgerà! Il desiderio di pace è incancellabile dal cuore degli uomini, ma instancabile è anche l'opera del male, che quel desiderio cerca di relegare al passato, facendolo sembrare impossibile: Gesù viene a realizzare oggi la promessa di pace, per chiunque voglia seguirlo prendendo la sua croce(v. 23), per chiunque cioè trasformi il male presente in bene, rispondendo al male con il bene. Oggi chiederò al Signore di poter contemplare il mistero della Croce, di quell'amore più forte della morte. Guardando a Colui che ha vinto l'odio con l'amore, il male con il perdono, ripeterò con san Paolo: " Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?"(1Cor. 15,55) La voce di un profeta dei nostri giorni Quando la semplicità è intimamente associata alla bontà del cuore, un essere umano anche del tutto sprovvisto può creare attorno a sé un terreno di speranza. Frère Roger |