Omelia (23-01-2003) |
padre Lino Pedron |
Commento su Marco 3,7-12 Il rifiuto e la condanna a morte di Gesù, da parte dei farisei e degli erodiani, segna il nuovo inizio del popolo di Dio. L'efficacia evangelica è molto diversa dall'efficienza umana: trae la sua forza dall'impotenza dell'uomo e dalla potenza di Dio: "Quando sono debole, è allora che sono forte" (2Cor 12,10). Perché Dio, contrariamente all'uomo, sa trarre successo dall'insuccesso e vita dalla morte. Le località nominate sono sette, un numero che indica completezza, totalità. Tutti accorrono a Cristo per formare la sua Chiesa. Egli non ha raggiunto il successo mediante la brama di avere, di potere e di apparire, origine di ogni male, ma ha vinto tutto questo proprio con il suo insuccesso, con la povertà, con il servizio e l'umiltà di chi ama. Gesù è presentato come il centro di un ampio movimento di gente che cerca e trova in lui la possibilità di guarire. L'uomo è malato e il pellegrinaggio verso Gesù nasce da questo bisogno di salvezza. E' bello vedere Gesù pressato da tanta gente. Ma perché accorrono? Per interesse o per fede? Marco ci fa capire che l'entusiasmo della folla è suscitato dall'azione guaritrice di Gesù, non dalla fede. Solo i demoni conoscono l'identità di Gesù e la proclamano. Ma la loro propaganda è controproducente; il loro intento è di far fallire la rivelazione autentica di Gesù "bruciandola" anzitempo: di qui la reazione di Gesù che impone loro di tacere. La trappola tesa a Gesù dai demoni sta nel fatto che satana vuole anticipare la manifestazione della gloria di Gesù prima della sua morte in croce, perché solo lì Gesù si rivela veramente Figlio di Dio (cfr Mc 15,39), che dona agli uomini la salvezza totale e definitiva, cioè la redenzione della loro esistenza nella comunione con Dio. E' la tentazione che satana gli ripresenterà nuovamente per mezzo di Pietro (Mc 8,32-33). La fede non è solo sapere chi è Gesù. Anche i demoni lo sanno, meglio e prima di noi. Come scrive s. Giacomo: "Credono, ma tremano" (2,19). Credere è prima di tutto fare esperienza di Gesù che mi ha amato e ha dato se stesso per me (cfr Gal 2,20). Una fede ideologica, che tutto conosce, ma non fa esperienza dell'amore di Dio, è un anticipo dell'inferno. E' la pena del dannato che conosce il bene, ma non lo possiede. Il Signore non desidera la pubblicità da parte di nessuno (tanto meno da parte dei demoni!). Raggiunge tutti solo attraverso la debolezza di chi, conoscendolo veramente, lo annuncia come amore crocifisso, povero, umiliato e umile. La propaganda va esattamente nella direzione opposta e si serve proprio di quei mezzi che il Signore ha denunciato e rifiutato come tentazioni. |