Omelia (01-10-2001)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Gesù prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome accoglie me.

Come vivere questa Parola?
Se nel Vangelo di ieri poteva essere lecito identificare il povero Lazzaro con Gesù, oggi Gesù identifica semplicemente se stesso con un fanciullo. Questo breve Vangelo odierno è un compendio di ecclesiologia: la Chiesa, convocazione ( "ecclesìa" in greco) dei poveri, dei perduti, dei peccatori, è chiamata a sua volta a convocare ed accogliere tutti i poveri e i piccoli del mondo. L'ultimo deve essere sempre al primo posto, l'emarginato deve essere sempre messo al centro: è questa la legge della Chiesa! Nella prima lettura, il profeta Zaccaria offre un ritratto del regno di Dio: esso è fatto di "vecchi e vecchie", di "fanciulli e fanciulle", del "resto" del popolo, della "terra d'oriente e di occidente". Ecco dunque gli invitati al banchetto: i deboli, i piccoli, i diseredati. Gesù è ciascuno di essi: non si può accogliere Gesù, se non si accoglie qualcuno di loro. Ed è bello che un simile Vangelo cada proprio nel giorno in cui la Chiesa fa memoria di santa Teresa di Lisieux, di colei che è diventata grande perché si è fatta piccola, di colei che è stata fatta santa perché ha tanto amato Gesù...Bambino. Dio è piccolo, è bambino, perché è amore; solo chi si fa piccolo, infatti, anziché coprire gli altri con la propria ombra, è capace di accoglierli, di far loro spazio, di ospitarli.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, cercherò di individuare chi nella mia comunità è il piccolo, l'emarginato, e penserò a come poterlo mettere al centro; verbalizzerò dicendo:

"Tutto quello che avrò fatto a uno di questi tuoi fratelli più piccoli, Signore, l'avrò fatto a Te" ( cfr. Mt. 25,40).

La voce di una madre dei nostri giorni
Occorre una costante attenzione a "ritirarsi" per lasciare posto all'altro, nella convinzione che il mio prossimo è portatore di un mistero.
Anna Maria Canopi