Omelia (09-10-2003) |
Paolo Curtaz |
Ieri gli apostoli hanno chiesto al Signore di insegnar loro a pregare, e così è avvenuto. Luca – però – si preoccupa di approfondire il tema della preghiera, cerca di spiegare a sé e ai suoi discepoli quali siano le caratteristiche della preghiera cristiana. Luca dice: Dio ti ascolta, sempre, fidati. E' un padre colui che ti ascolta, non un despota e ad un Padre ti devi rivolgere, con tutta sincerità e serenità. E qui iniziano i probleami: non sempre veniamo ascoltati, alle volte sembra proprio che Dio sia sordo, che non intervenga. Com'è, allora? Se Dio è un Padre che non si sogna di dare un serpente al figlio che gli chiede un uovo, le ragioni sono diverse: forse non sto chiedendo ad un Padre, ma a un assicuratore, una specie di potente che tento di convincere – bontà mia – a fare la mia volontà. Anzi, forse mi indispettisco e accuso Dio di essere distratto, di non accogliere la mia preghiera e questo è un atteggiamento radicalmente sbagliato: non vengo ascoltato perché non al Dio di Gesù Cristo rivolgo la mia preghiera; oppure la mia preghiera non è sufficientemente insistente o – ancora – ciò che chiedo non è necessariamente il mio bene; forse lo precepisco come tale, in maniera immediata, ma Dio sa di cosa veramente ho bisogno. Infine alle volte Dio tarda a rispondere perché il mio desiderio di accogliere ciò che ho chiesto maturi nel mio cuore... Insistiamo, allora, nella preghiera al Padre, anche se un giorno dovremo dire: non ho ottenuto nulla di ciò che ho chiesto, ma tutto ciò che desideravo.< La nostra, Signore, sia sempre una preghiera rivolta ad un padre buono che sa di cosa hanno bisogno i propri figli, Dio benedetto nei secoli! |