Omelia (01-11-2020)
Omelie.org (bambini)


Buona domenica a tutti voi ragazzi.
Oggi è la festa di tutti i Santi. Una festa importante che riguarda tutti i Santi che conosciamo, quelli di cui alcuni di noi portano il nome, ad esempio Chiara, Francesco, Paolo, Pietro, Margherita, Rita, Maria ecc.
Santi famosi e conosciutissimi.
Ma forse alcuni di noi non sanno che il 10 ottobre di questo anno, quindi poco tempo fa, è stato proclamato beato un ragazzo di 15 anni che si chiama Carlo Acutis...
Questo ragazzo, morto a soli 15 anni, aveva tre passioni: l'Eucarestia che cercava di celebrare tutti i giorni, i poveri che si impegnava ad aiutare ogni volta che gli si presentava l'occasione, e il computer, l'informatica.
È stato un ragazzo normale, andava a scuola come tutti, aveva tanti amici e, sebbene avesse tanti interessi, ha saputo coltivare bene queste tre passioni facendo della sua vita, anche se breve, un capolavoro.
Lui diceva: nasciamo tutti Originali, ma poi rischiamo di diventare delle fotocopie!
Che cosa voleva dire Carlo? Voleva dire che tutti noi abbiamo dei doni grandi, e il modo di viverli e di metterli in atto rende questi doni straordinari... se invece non li mettiamo in atto, oppure li viviamo come fanno tutti gli altri, rischiamo di diventare una fotocopia.
Carlo si è reso conto dei doni che Dio gli aveva fatto e li ha trafficati nel senso bello del termine, portando frutti buoni. È per questo che noi lo chiamiamo BEATO.
Il vangelo di questa giornata ha ripetuto questo termine per ben 9 volte.
Il vangelo, lo sappiamo, è una parola che Dio parla a noi che proprio oggi lo ascoltiamo!... Dio ci sta dicendo che noi siamo BEATI.
Anche noi, anche io, anche tu, siamo Beati. Non domani, ma già adesso.
Il termine Beato vuol dire felice. Che cosa dobbiamo fare per avere questa gioia?
Guardando il vangelo lo capiamo bene
L'evangelista Matteo ci dice che Gesù sale su un monte, su un luogo alto, e lì si siede come un maestro e i suoi discepoli e la folla si mettono attorno a lui per ascoltarlo.
E il Maestro comincia a dire: "Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli". In questo versetto c'è il "LA" di tutto il brano. Cosa voglio dire? È come quando una orchestra deve suonare insieme: il primo violino dà il LA e su questa nota tutti accordano il loro strumento; solo a questa condizione l'orchestra può suonare bene.
Dicevamo che la prima beatitudine dà il LA a tutto il brano, per questo ci fermiamo e cerchiamo di capirla meglio.
Il Signore ci sta dicendo che se noi sappiamo condividere quello che abbiamo con chi ha meno di noi siamo beati, perché nostro è il regno dei cieli. L'evangelista Matteo sta parlando ad un gruppo di ebrei e non nomina mai il nome di Dio, ma usa delle espressioni per nominarlo. Una di queste è Regno dei cieli.
Quindi se noi sappiamo condividere ciò che abbiamo con chi ha meno di noi, Dio è dalla nostra parte, cammina con noi, ci custodisce, è contento, è felice di avere dei figli così.
In questi giorni è uscita anche la nuova enciclica di Papa Francesco dal titolo: "Fratelli tutti".
Sì, bisogna incominciare a guardare il mondo come ad una sola casa, e gli uomini tutti come ad una sola famiglia. La casa da custodire, i fratelli da amare senza condizioni e senza divisioni.
Se vivremo in questo modo saremo felici, degni figli di un padre che ama tutti e si prende cura di tutti. Ma chi agisce come lui ha il suo stesso volto e il suo stesso cuore e lo rende presente nella storia.
Carlo è stato capace di fare questo: noi lo acclamiamo beato.
Ma beati saremo anche noi se sapremo condividere quanto abbiamo con chi non ne ha. Non è una questione di soldi, di denaro, ma di cuore, di generosità. Avere gli occhi aperti per accorgerci di chi accanto a noi vive un disagio, vive nel dolore, nella fatica. Può essere un compagno, un amico, il fratellino, la mamma, il papà, i nonni... avere gli occhi aperti e il cuore pronto per farsi accanto e prendersi cura di tutti coloro che hanno bisogno.
Questo ci fa essere contenti. C'è una frase nel libro degli Atti degli apostoli che dice così: "C'è più gioia nel dare che nel ricevere". Provate questa settimana a praticare queste parole e vi accorgerete che la gioia nasce proprio così. Gesù allora ha proprio ragione a chiamarvi Beati!
Buona festa!
Commento a cura di Piera Cori