Omelia (06-11-2003) |
Paolo Curtaz |
Un Dio che ci viene a cercare, che fa festa se ritrova la sua pecora perduta, un Dio che non rimprovera, né giudica ma gioisce con delicatezza. Noi, invece, sempre attenti a dirci "a posto" a pensarci come persone "per bene", guardiamo a noi con indulgenza, pronti magari a trovare le ragioni di una nostra debolezza e spietati nel giudicare il fratello. Se solo capissimo! Se capissimo che Dio non è il nostro commercialista, che l'incontro con Dio non è la dichiarazione dei redditi, per cui meno dichiaro e meno pago! L'amore mette le ali, la passione brucia, l'incontro con Dio sconvolge i nostri schemi. Finché resteremo all'immagine di un Dio che rispecchia le nostre piccinerie resteremo fragili e piccoli come le nostre paure. Ci pensi, fratello, Dio fa festa per te! Ti viene a cercare là dove la vita ti ha disperso. E la chiesa – ah se lo imparassimo, finalmente! – non è il club dei bravi ragazzi ma delle pecore ritrovate. Allora all'insegna della tenerezza sia questa giornata, siamo testimoni e figli di questo Dio che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, che conosce e ama ciascuno di noi. Tu ci cerchi, Signore, Là dove siamo. Delicatamente, in silenzio, ci vieni incontro fino là dove la vita ci ha condotti, amico degli uomini, nostro pastore... |