Omelia (10-11-2003)
Paolo Curtaz


Sì, ci vuole fede per perdonare sette volte, cioè sempre. Pensateci bene: viene da voi un amico e vi chiede scusa perché vi ha sparlato dietro; fate i signori, lo perdonate, che diamine siamo pur dei cristiani! Dopo due ore torna e vi chiede di nuovo scusa perché, nel frattempo, vi ha di nuovo lavato i panni in piazza... non vi sentite presi in giro? Eppure Gesù ci sfida, ci chiede di osare, anche se abbiamo l'impressione di essere presi in giro, di avere fede nella capacità del perdono di cambiare definitivamente le persone. E ce ne vuole di fede, specialmente in questi tempi di cani rabbiosi in cui tutti guardiamo con diffidenza a tutti. No, amici, oggi i cristiani sono chiamati a diventare anzitutto dei testimoni credibili di perdono, capaci di amare e di donarsi e di guardare con comprensione e misericordia chi sbaglia come noi. Poi passiamo magari per fessi ma, credetemi, questa è la logica capace di scardinare il mondo...

Aumenta la nostra fede, Signore, per vivere con coerenza la speranza che professiamo, per diventare capaci di perdono, per sradicare la violenza e la sopraffazione che abitano nel nostro cuore e nel cuore dei fratelli. Sì, Signore, aumenta la nostra fede.