Omelia (11-11-2003)
Paolo Curtaz


Siamo servi inutili, abbiamo fatto ciò che dovevamo fare. Siamo servi inutili, eppure indispensabili, se restiamo servi. Chi ha conosciuto il Maestro è chiamato a diventare suo testimone, senza fanatismi, senza ansie: il mondo è già salvo, solo che non sa di esserlo e noi possiamo, nel quotidiano, vivere da persone salvate e le nostre comunità diventare in qualche modo succursali del Regno di Dio. Cosa "fare", allora? Bhè direi che anzitutto dobbiamo "essere", essere discepoli, essere pieni di fiducia, diventare una specie di spazio pubblicitario di Dio per il mondo. Essere, non apparire, non organizzare, non costruire sante barricate. Esserci: con un sorriso, con la pazienza, con il perdono. Esserci, tutto lì. Allora oggi il Signore ci ricorda una cosa semplice: è lui che guida la barca, è lui che salva il mondo e noi a corrergli dietro. Lui ama, lui salva, lui guarda, lui interviene e noi a corrergli dietro. Animo e senso dell'ironia fratelli impegnati nell'apostolato, anche se alle volte guardiamo ai risultati, ed è inevitabile, non prendiamoci troppo sul serio e lasciamo che sia Lui, il Signore a guidare le nostre comunità con passione e pazienza.

Lode a te Signore, perché tu guidi la barca della Chiesa, perché tu sovrintendi alla costruzione del Regno. Donaci un po' di passione nella costruzione del Regno e molto senso dell'ironia, per non prenderci troppo sul serio nelle nostre sante attività, sapendo che, grazie al cielo, sei tu che ci conduci verso la vita vera.