Omelia (12-11-2003)
Paolo Curtaz


Una pagina che mette in discussione un modo assai diffuso di pensare, anche tra i fratelli cristiani. Sento spesso dire: "basta la salute, la salute è tutto, quando c'è la salute!" vero, verissimo, lo sa bene chi è stato o sta male, chi deve fare i conti con la malattia e la fatica dell'esistere, Ma Gesù aggiunge una cosa: più importante della salute c'è la salvezza perché puoi scoppiare di forza e di energia e buttarti via nel buco di una siringa, puoi essere una persona con la salute fragile e vivere la tua vita come un dono d'amore. Il gioco di parole che Gesù usa e che testimonia del suo addolorato stupore dice bene: "dieci sono stati sanati, uno solo si è salvato" I nove che si sono sentiti guariti non hanno neppure volto lo sguardo al Dio cui si erano rivolti con autentico dolore e sofferenza. E noi, il Dio cui ci rivolgiamo, è il Dio che deve guarirmi e risolvermi i guai? Il samaritano, straniero, non sa capacitarsi di tanta grazia, di un tale dono e torna indietro a ringraziare. Anche noi, salvati, facciamo diventare di questa giornata un ringraziamento, che non ci accada di sentire rivolto a noi rimprovero addolorato del Maestro!

Signore, guariscici da ogni lebbra, da ciò che ci allontana dai fratelli ma, soprattutto, salvaci dall'ingratitudine verso di te!