Omelia (13-11-2003)
Paolo Curtaz


Il Regno di Dio è in mezzo a noi, dice il Signore Gesù con sconcertante sicurezza, quindi se non ce ne accorgiamo il problema è nostro, non suo. E questo mi mette in crisi, sinceramente: allora il Regno non è una specie di favola che finisce bene, di situazione idilliaca di armonia tra le persone e di pace, di giustizia e di serenità. No, il Regno si sta costruendo, siamo noi a costruirlo, non ci è calato dall'alto, non è un dono che ci deresponsabilizza. Sta a noi costruirlo, a noi renderlo presente. Il Regno convive col tempo attuale, lo plasma, lo santifica, non vive una dimensione parallela, un mondo altro da quello che viviamo. Dio abita questo tempo e chiede a noi di trasformarlo con l'amore. Il Regno, ammonisce Gesù, ha ben poco a che vedere col miracolo e con lo straordinario e non è un buon tempo il tempo che corre dietro ai miracoli e ai prodigi, confondendo il mistero di Dio col paranormale, anche se vagamente cattolico... Oggi, amico, puoi decidere se costruire il Regno o attenderlo, se aspettare che fiorisca nei tuoi gesti o idealizzarlo in un improbabile e ipotetico futuro. Se sapremo vivere il vangelo in ufficio, facendo le faccende di casa con gioia e umiltà, se affronteremo la scuola con forza e decisione, il Regno – almeno un poco – si renderà presente.

Il Regno di Dio è in mezzo a noi, Signore. Donaci uno sguardo illuminato dalla tua Parola per poterlo riconoscere, Dio benedetto nei secoli...