Omelia (14-11-2003)
Paolo Curtaz


Il mese di novembre è l'ultimo dell'anno liturgico e nelle prossime settimane ascolteremo una serie di vangeli che ci richiamano agli ultimi tempi. Noi crediamo che il Signore tornerà nella gloria, nella pienezza dei tempi, a dire il vero poco lo aspettiamo e diamo quasi come scontato il fatto che sia in ritardo cronico. Ma il Signore verrà, amici, così come è venuto e come viene nel nostro cuore. La verità espressa dal vangelo, la venuta improvvisa alla pienezza dei tempi, ci richiama però ad una verità della fede: la venuta del Signore nel cuore di ciascuno di noi. Preghiamo il Signore, lo aspettiamo, ne desideriamo l'incontro, salvo poi girarci dall'altra parte e sbadigliare. La più grande tentazione del nostro tempo, la fatica del vivere del 21mo secolo, la sfida che mette a dura prova la fede dei discepoli è la dimenticanza. In tutta e assoluta onestà dobbiamo ammettere che la vita di un adulto medio in Italia, il tempo ingombro di impegni essenziali (lavorare, mangiare, riposarsi) e la fatica del vivere quotidiano ci allontana dalla presenza di Dio. Ci è necessari ala preghiera quotidiana, amici, per potere accorgerci della venuta di Dio. Quando arriverà ci troverà, o saremo travolti dalle cose da fare. Teniamo duro, allora, restiamo fedeli ad uno spazio quotidiano di preghiera, anche minimo, e lasciamo che davvero il Signore ci possa incontrare oggi!

Oggi, Signore, aiutaci a mettere ordine nella nostra vita a scegliere noi, una volta tanto, senza lasciare che la vita scelga per noi...