Omelia (17-11-2003) |
Paolo Curtaz |
"Passa Gesù Nazareno": all'umanità cieca siamo chiamati, noi che abbiamo trovato in Lui, il Nazareno, la luce del cuore, ad annunciare questa straordinaria buona notizia. Passa Gesù Nazareno, quando meno te lo aspetti, quando proprio non ci pensi, quando pensi che il buio sia la tua condizione normale, irrompe il Signore, si ferma, ti guarisce. E' una delle migliori definizioni del cristiano: colui che avverte gli altri del passaggio del Rabbì; quindi, amici, calma e gesso: non siamo noi a dare la luce, né siamo noi a salvare: il Signore salva, lui dona luce, lui ci ha salvati. E non prendiamocela con chi è nelle tenebre, non importa l'origine della cecità, piantiamola di pensare che se uno è nei guai – in fondo – se l'è andata a cercare. Se abbiamo avuto la straordinaria opportunità di essere illuminati è per grazia, mai per merito. Aiutiamo, semplicemente, i fratelli che sono nel buio della disperazione, diciamo loro: "Passa Gesù Nazareno", passa nella vita di ogni uomo, passa senza condizioni, passa nella totale ed assoluta libertà. Stiamo vigili, fratelli, perché davvero il Signore passa nelle nostre vite. Che non ci trovi mai distratti od occupati a fare altro! Tu hai spalancato il nostro cuore e noi ti lodiamo, Signore, sei passato nelle nostre vite e chi hai illuminati. Ancora oggi ti affidiamo la giornata e ti diciamo: Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi! |