Omelia (21-11-2003) |
Paolo Curtaz |
Gesù se la prende con chi "mercanteggia" con le cose di Dio. Mercanteggiare, cioè trattare Dio alla stregua di un assicuratore, fare patti, chiedere offrendo. Non ci è mai venuto in mente di dire a Dio: "Ma come, io vengo a Messa, prego, e poi mi succede questo e quest'altro?". Dovreste vedere quanta devozione nasce negli studenti prima degli scrutini! Mercanteggiare con Dio: io so qual'é la mia felicità lui, per cortesia, si adegui. Questo rapporto, però, manca dell'autenticità che ci è essenziale per incontrare Dio. Le nostre riserve mentali, i nostri piccoli mondi non si aprono al respiro poderoso dello Spirito, teniamoci allora il Dio lontano da corrompere. Gesù, con rabbia, si scaglia contro questa visione. Ma come, lui viene a rivelarci un Dio compassionevole, pieno di tenerezza e noi ancora a raffigurarcelo inaccessibile? Attenti amici, chiediamoci se alle volte non facciamo, in tutta incoscienza, lo stesso ragionamento, se abbiamo lo stesso atteggiamento di chi mercanteggia un po' con Dio. Non si acquista la sua benevolenza: ci è donata gratis. Non chiede prezzo colui che ci ama senza misura. Attenti a non avvicinarci a lui con il cuore stretto e piccolo di chi deve mercanteggiare, è un Padre colui a cui ci rivolgiamo, e Gesù sarà disposto a morire per affermare questa verità... Tu sei Padre, Dio, non despota da convincere o corrompere, tu sei Padre e capiamo l'ardore di Gesù tuo figlio che non vuole che il tuo vero volto sia coperto da una maschera... |