Omelia (22-11-2003) |
Paolo Curtaz |
Capita anche a me di incontrare delle persone che passano il tempo a spaccare il capello in quattro, anche nella fede. Forse fa parte dell'atteggiamento (povero) fondamentale dell'uomo quello di complicarsi la vita quando non è sufficientemente complicata. Lo strano caso della vedova ammazza-mariti, distante da noi anni luce, è in realtà un inquietante tranello per vedere in cosa crede Gesù, una di quelle cose assurde che alle volte ti vedi proporre e che ti chiedi – sinceramente – se davvero uno si ponga domande del genere. Gesù, al solito, va all'essenziali e afferma una straordinaria verità: il nostro Dio è il Dio dei vivi, non dei morti. Gesù crede alla resurrezione, fermamente, e ci lascia intuire che la dimesione dell'al di là è una dimensione in cui i parametri che usiamo nei rapporti tra di noi non funzionano più. Lasciamo stare, allora, le casistiche e le discussione sterili della fede, se queste ci impediscono di andare all'essenziale che è la scoperta di un Dio che ama e dona la vita! Signore Gesù, tu ci hai svelato un Dio vivo che ama la vita e le gioie e che tutti ci attende nella pienezza del Regno: donaci di concludere la nostra settimana da figli della Resurrezione: perché ora e sempre compiamo gesti di vita intorno a noi... |