Omelia (27-11-2003) |
Paolo Curtaz |
La gente ascolta Gesù che predica nel grande e imponente tempi ricostruito da Erode il grande, una meraviglia che suscitava ammirazione. L'intera città era tornata allo splendore del tempo del Re Salomone eppure Gesù, guardandosi intorno, vede che questa maestosità non fermerà la violenza del potente di turno. Forse in queste pagine Luca tradisce l'evento della tragica distruzione del tempio intorno agli anni '70, evento che aveva scosso le fondamenta di Israele e della nascente comunità cristiana. Eppure, alla fine dell'elenco delle tragedie e delle sofferenze, Gesù conclude dicendo: "alzate lo sguardo, perché la vostra liberazione è vicina". Come ci comportiamo davanti alla quotidiana litania delle tragedie che ci arrivano in casa? Spegnendo la radio? Scuotendo la testa? No, fratelli del Nazareno, alziamo lo sguardo, cerchiamo senso, perché nascosta nelle pieghe della violenza umana la salvezza si realizza e si costruisce! Dio che ci ami, aiutaci a non spaventarci e a non scoraggiarci davanti alle contraddizioni del mondo, ma ad alzare lo sguardo in attesa del ritorno nella gloria del Signore e Maestro Gesù. |