Omelia (28-11-2003) |
Paolo Curtaz |
Leggere i segni dei tempi, cioè capire tenendo in una mano il vangelo, le parole che non passano e nell'altra le vicissitudini della storia e le contraddizioni degli uomini. Troppe volte le nostre comunità soffrono di una specie di schizzofrenia evangelica, si chiudono nelle chiese e si rivolgono a Dio, poi fuori, la vita è un'altra cosa. Non basta ripetere nelle nostre comunità le tradizioni consolidate, non basta lasciare che siano queste a ripetersi stancamente, aspettando che sia il mondo ad accorgersi del vangelo: siamo chiamati a leggere i segni dei tempi, a capirlo e amarlo, questo nostro tempo, come Gesù lo ha amato e capito, a trovare delle soluzioni con prudenza e intelligenza, con verità e fermezza. Non abbiamo soluzioni magiche, il vangelo è lo stesso, il Signore ci ama, ma cosa e come proporre oggi agli uomini perché scoprano Dio è frutto delle nostre scelte e umili. Prendiamolo sul serio, questo vangelo, lasciamo che sia lui a illuminare e incidere nella nostra storia, nelle nostre scelte, nelle nostre comunità! La tua Parola non passerà Signore, è giunta fino a noi e oggi ci illumina la giornata in attesa del tuo ritorno, lode a te Signore Gesù! |