Omelia (08-12-2020) |
fr. Massimo Rossi |
Commento su Luca 1,26-38 Eccoci nuovamente a confrontarci con la Madonna; confronto impossibile, in verità! Maria fu concepita senza peccato originale e senza il fomite, l'inclinazione a peccare; noi invece si nasce con il peccato originale e c'abbiamo il fomite, e dunque pecchiamo. Il mistero che oggi celebriamo non lo troveremo descritto nel Vangelo: non facciamoci trarre in inganno dall'affresco dell'Annunciazione che san Luca dipinge al cap.1; Maria è stata concepita immacolata (dai suoi genitori) in previsione del concepimento di suo figlio; ma i due fatti non sono sinonimi. La vita riserva delle sorprese a tutti, Maria compresa; e così ci si trova nella necessità di operare scelte improvvise, che non si possono fare in modo improvvisato; perdonate il bisticcio di parole ma, non sapevo come dirlo in altro modo. Da una parte, l'urgenza di una situazione; dall'altra, il rischio di sbagliare. E l'aspetto più problematico è il danno che il nostro errore può provocare ad altre persone. Questa solennità ci offre l'occasione per riflettere una volta ancora sul valore delle relazioni e del fatto che nessuna scelta è del tutto individuale-autonoma; pensarlo sarebbe infantile, illusorio; peggio, sarebbe egoista. Talvolta - spesso - lo capiamo soltanto a scelte fatte, quando ormai è troppo tardi. Chissà se Maria, almeno lei, si rese conto in tempo reale della portata di quella domanda angelica, e delle conseguenze della risposta? Temo che il fatto intrinseco abbia calamitato ogni energia fisica, psichica, affettiva, morale della ragazza di Nazareth e della sua famiglia; tuttavia, a meno che la vicenda raccontata da san Luca non sia stata inventata a tavolino - mi riferisco alla visita di Maria all'anziana cugina Elisabetta - la Madre del Signore colse a livello intuitivo, quanto le era accaduto, la dimensione universale della salvezza inaugurata da quel fatto, e il legame dello stesso con la vita eterna (cfr. Gal 4,4). Tre sono le coordinate necessarie per avere la proiezione di un solido, e tre sono le coordinate necessarie a cogliere la portata di questo ‘sì'. Ve le ripeto: il fatto in sé, la maternità di Maria, il suo valore salvifico per tutta l'umanità, e la prospettiva della vita eterna. Proviamo ora a esaminare la prima di queste coordinate: l'annuncio dell'angelo a Maria di un fatto che, notate bene, sarebbe accaduto a prescindere dall'assenso di lei: l'incarnazione del Verbo (nel suo grembo). Il messaggero celeste appare alla Vergine - tralasciamo l'indagine sulle modalità di questa apparizione - e molto semplicemente la informa che era incinta. La maternità di Maria non rientra dunque nella discrezionalità di lei. Oggetto del suo ‘sì' era, è l'impegno a crescere quel bambino come figlio di Dio, lasciandolo andare per la sua strada, senza ostacolarlo... Di ostacoli, quel bambino ne avrebbe incontrati tanti, senza che anche sua madre e suo padre si mettessero in mezzo e opponessero resistenza... Si potrebbe obbiettare: quale resistenza potrebbero opporre due genitori all'opera di Dio? Beh, basta leggere il Vangelo per apprendere che Maria e i suoi parenti avevano tentato almeno due volte di distogliere Gesù dai suoi impegni di ministero... E poi, non è necessario essere degli esperti, per sapere quale pesante imprinting subisce un figlio ad opera dei genitori; ci siamo passati tutti: condizionamenti, certamente sempre; nei casi meno felici, mortificazioni, frustrazioni, ricatti affettivi, financo castrazioni psicologiche,... Gli effetti si manifestano già in adolescenza, ma soprattutto nell'età adulta. Proviamo a immaginare la situazione di una famiglia dei tempi di Gesù, quando i padri avevano praticamente diritto di vita e di morte sui figli... Leggere, ai giorni nostri, le pagine di Luca sull'infanzia del Signore non fa impressione a nessuno... Ma venti secoli fa la pedagogia dell'educazione non esisteva ancora! e, per nessun motivo un genitore avrebbe lasciato correre certi atteggiamenti di un figlio simili a quelli di Gesù, descritti dal terzo evangelista. Ma torniamo ancora un istante nell'intimità di quella stanza, ove una ragazzina di nome Mariàm riceve un misterioso e inquietante saluto: "Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te.". Sì sì, avete sentito bene! noi ne abbiamo fatto una preghiera, l'Ave Maria, forse la più famosa del mondo; ma sentirsi apostrofare in quel modo da uno sconosciuto - e che sconosciuto! -... suscitò in lei un vero e proprio shock! l'evangelista, usa un eufemismo elegante e un po' sfumato: "A quelle parole ella fu molto turbata, e si domandava che senso avesse un tale saluto.";...come a dire che, se non ebbe la stessa reazione del vecchio Zaccaria - probabilmente un ictus cerebrale -, fu solo perché (Maria) non aveva 80 anni, ma soltanto 15... La richiesta di Lei: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?" non è mancanza di fede, come nel caso di Zaccaria; ma solo un'umile richiesta di spiegazioni sul modo con il quale sarebbe avvenuta fisicamente la fecondazione. L'Angelo le rivela il coinvolgimento diretto dello Spirito Santo e, come prova che non sta scherzando, le rivela la gravidanza dell'anziana cugina, un fatto assolutamente straordinario, a testimonianza che qui c'è in gioco niente meno che l'Onnipotente. Vorrei sottolineare un ultimo fatto: san Luca cita lo Spirito Santo; segno che la teologia del suo tempo aveva già definito le tre Persone della Trinità; un indizio importante, che la descrizione dell'Annunciazione è resa possibile grazie ai progressi della riflessione alla quale la Chiesa arrivò circa un secolo dopo i fatti. Tuttavia ne occorreranno ancora tre di secoli perché il Magistero dichiari in modo infallibile il dogma di Maria madre di Dio (Theotókos), in occasione del Concilio di Efeso (431). Tranquilli! Ci vuole un po', ma poi ci arriviamo... |