Omelia (08-12-2020) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Donna dell'Avvento e delle virtù Questo periodo particolarmente privilegiato che è l'Avvento ci predispone alla venuta prossima del Signore che di sua iniziativa viene a cercare l'uomo smarrito e in preda al "deserto" del vuoto spirituale che caratterizza la sua vita, allo smarrimento e alla precarietà interiore in cui viene spesso a trovarsi. Il deserto del peccato e dell'illusione di vivere bastevoli a se stessi. Dio viene a colmare tutte le nostre lacune deliberatamente e indipendentemente dai nostri meriti e dalle nostre volontà, per dischiudere il nostro animo e per renderlo proficuo per noi stessi e per coloro che incontriamo sulla nostra strada. Per questo motivo il periodo di Avvento è quello dell'attesa fiduciosa, ma anche della predisposizione a "preparare la strada del Signore", cioè a convertirci radicalmente impostando su Dio i nostri pensieri e i nostri propositi di vita. Nella solennità di oggi siamo ulteriormente incoraggiati a proseguire questo itinerario di attesa e di rinnovamento, perché ci viene incontro una figura che dell'Avvento è stata protagonista sin da quando un angelo denominato Gabriele le ha annunciato che sarebbe diventata mamma non per concorso di rapporti con un uomo, ma in forza dello Spirito Santo, che è Dio stesso che infonde nell'uomo ciò che di per sé è umanamente impossibile. Lo Spirito Santo supera le nostre congetture e prescinde anche dalla logica e dal raziocinio umano, interrompendo il normale corso degli eventi della natura perché Dio Padre, incarnandosi nel Figlio, possa compiere prodigi in nostro favore. Nulla di strano quindi se ha fatto in modo che Maria restasse gravida nonostante i suoi propositi di verginità. Aveva gravidato già Sara, moglie di Abramo, nonostante la sua età avanzata (Gen 18, 1 - 11); aveva vinto la sterilità di Anna, moglie di Peninnà (1Sam 1, 1 - 20); aveva concesso la gravidanza a Elisabetta "che tutti dicevano sterile"; adesso concede a Maria il dono particolarissimo del concepimento e al contempo della verginità perpetua. Di conseguenza diventerà madre senza che la minima impurità procurata la sfiori, senza che il minimo difetto o imperfezione proveniente da umana colpa la possa interessare. Insomma sarà gravida e concepirà restando priva di ogni macchia, non soltanto di peccato ma anche di imperfezione. Del resto Maria è la piena di grazia, in greco Kekaritomene, ossia colei che ha conosciuto ogni beneficio e ogni grazia da parte di Dio e per ciò stesso anche l'illibatezza prima ancora di venire al mondo. Il termine suddetto kekaritomene (=piena di grazia) si riferisce anche al passato e vuol dire espressamente che Maria è stata riempita di ongni grazia e di ogni favore divino. Quindi, mentre a tutti quanti gli uomini non è dato di essere esenti dal peccato di Adamo (oginale), a lei è stato concesso di essere concepita priva di questo peccato e di nascere pura e illibata. Immacolata. Maria è stata preservata dal peccato originale ancor prima di vedere la luce di questo mondo; Dio l'ha resa perfetta e integra nel suo fisico e nella sua moralità. E il motivo di questo procedimento del tutto speciale è evidente: il suo grembo, seppure limitato e circoscritto, doveva pur essere in grado di accogliere il Verbo di Dio che si faceva carne (Gv 1, 14) divenendo Figlio dell'Uomo oltre che Figlio di Dio. La Perfezione assoluta che entrava nel mondo non poteva assumere la carne da un elemento gestativo imperfetto. Dio resta sempre se stesso, anche se spoglia se stesso facendosi uomo. Anche se non nei termini di raffinata intellettualità, Maria comprende tutto questo quando l'angelo le spiega l'opera che lo Spirito ha compiuto su di lei. Accetta con serena risolutezza e partecipazione: "Eccomi, sono la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto". Si dispone nella fede e nella speranza ad esercitare questa maternità insolita e straordinaria, che no intacca i suoi propositi di verginità perpetua e per ciò stesso aspetta e motiva se stessa finché tale evento non si concretizzerà. San Cipriano da qualche parte afferma che affinché la fede e la speranza apportino i loro frutti occorre aver pazienza e Maria in questo si rende esemplare e modello: pazienta con fiducia e coraggio nell'esercizio della fede i Colui che l'ha eletta, sa aspettare e sopportare anche di fronte alle immancabili difficoltà e alle sfide che questa maternità comporta. Fra queste quella dei pregiudizi sociali della gente di paese che, anche in forza di una severa legge vigente, considera peccatrice e aberrante una giovane che resta gravida ancor prima di entrare a casa dello sposo. Meritava infatti di essere lapidata fuori dalla città una giovane non ancora coniugata che restasse incinta ed è molto probabile che Maria, per scagionare se stessa, deve avere subito il processo del sommo sacerdote con la prova dell'acqua amara, riservata alle donne sospette di adulterio o di disonore. (Nm 5, 11 - 28). Sfide, ansie e lotte di altro tipo la Vergine ha certamente affrontato mentre perseverava nell'attesa che venisse al mondo il Bambino. Parecchie erano anche le privazioni e le rinunce, non ultima quella alla spensieratezza e alla giovialità proprie di una giovane donna, come pure la privazione di particolari progetti personali covati nell'animo fino a poco tempo prima; ma la pazienza con la quale ravvivava la sua fede e la sua speranza alleviavano in Maria qualsiasi prova, come anche la preghiera e la confidenza nello stesso Dio che in lei stava per farsi bambino. Cosa comportano tutte queste prerogative se non un Avvento radicalmente vissuto, che avrà un epilogo inesorabile di gioia? Imprevisti e difficoltà sono sempre stati all'ordine del giorno di chi si concentra su un obiettivo nobile e su un itinerario virtuoso e impegnativo e la costanza nella lotta non può non comportare mortificazioni, delusioni e a volte fallimenti prima del successo. Con Maria, ulteriore dono divino di sostegno nella virtù, siamo incoraggiati a vivere sempre il nostro Avvento, anche al di là di un precipuo periodo liturgico perché la pazienza che anima la fede e la speranza è una costante della nostra vita. Maria è donna dell'Avvento perché donna di fede, di speranza e di perseveranza, avendo esternato queste virtù in una situazione delicata e non esente da rischi e da pericoli. L'immacolatezza della sua Concezione, con la quale ci si propone libera da ogni colpa anche minima, la sua persistenza nella purità e nella perfezione, la sua predilezione costante per il Signore assunto al di sopra di ogni cosa, ci sospinge a cogliere nel nostro Avvento le motivazioni della conversione perché siamo affrancati davvero dal nostro peccato, affinché anche per noi la fede e la speranza possano avere i loro frutti. E convergere finalmente nella gioia del Natale. |