Omelia (08-12-2020)
don Mario Simula
Una Donna che ti sta accanto

Sconosciuta, tranne che ai vicini, Maria di Nazareth passa in mezzo alla poca gente del suo villaggio come la più normale delle ragazze adolescenti di allora, pronta ad avere marito. E' leggera come una colomba, vola sulle strade come una gazzella libera. Non ostenta alcuna bellezza se non la sua semplicità. Appartiene veramente al suo popolo nelle tradizioni e nella fede, nella semplicità e nella povertà.

A nessuno verrebbe in mente che in quella giovane promessa sposa a Giuseppe, sia nascosto il segreto più sublime della storia del mondo: quella vissuta e quella che l'umanità dovrà ancora scrivere.

Non la vedete, regale e bella, con gli occhi scavati nella pietra preziosa di Dio, splendente come il sole?

In lei Dio ha gettato a piene mani, la sua creatività. L'ha plasmata a Sua misura, a misura di Dio.
Sarà "Madre del Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, nato da Donna".

In lei si nasconde l'utero riservato a Dio, il sangue che diventerà sangue di Dio, la carne dentro la quale Dio prenderà carne.

"Tutta bella sei Maria! In te non passa alcuna ombra di peccato!".

Così l'ha plasmata il Signore. In questo modo l'ha rivestita di bellezza e di splendore.

Eppure passa per le viuzze di Nazareth, adolescente ignara a se stessa e agli altri. Santità indicibile che sfiora la terra che calpesta, ma ne sposa i dolori e le tragedie, come Colui che sarà suo Figlio.

Se è così grande, Maria non fa per noi. Noi siamo uomini, noi siamo donne, imbrattati di male.
Che cosa possiamo condividere con Lei?

Se la guardo, comprendo che Maria, nella sua totale trasparenza divina, è la persona più incarnata nel mondo.

Le donne conoscono le loro sofferenza silenziose, le profanazioni della loro femminilità, talvolta anche da parte di chi le ha scelte e di chi hanno scelto. Le donne sanno il peso delle morti violenti che si annidano accanto alla loro vita. Toccano con mano l'impurità di tanti sguardi, la vischiosità di tante strumentalizzazioni, l'ostentazione abbagliante della loro corporeità sciupata.

Le donne sanno e tacciono, molte volte. O tollerano sperando. O attendono una riabilitazione della loro dignità. Maria entra in questo pantano lurido, come la Donna senza macchia. Lo attraversa senza macchiarsi, ma non senza condividere. Asciuga lacrime, restituisce gusto di vivere, è rivoluzionaria alla maniera di Dio. Vive nelle situazioni nelle quali Dio rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili. Sposa la causa dei poveri, mentre i superbi vengono dispersi come pula al vento.

Donna dentro la storia, perché al di sopra del male della storia, e dentro la sofferenza di chi dal male è schiacciato.

Vedo in lei mia madre, donna feconda e casta. Vedo quelle donne che generano o "fanno" i figli ma non sanno né come né con quale amore. In Lei sono raffigurate tutte le donne, sofferenti e schiacciate, che si interrogano sui figli. Maria è la maternità consacrata, ma anche quella desiderata. E' vicina al cuore di tutte quelle donne che servono il Signore, ma non sono apprezzate da chi dovrebbe essere al servizio del Signore.

La sua santità non profuma d'incenso, ma odora di strada. I suoi occhi non sono cerchiati dai trucchi, ma hanno la stanchezza del pianto e lo splendore del pianto. Le sue mani delicate e la tenere, sanno di sugo fatto in casa, di lisciva, di geloni.
Ascolta tutto e filtra il bene. Parla poco e ispira molto. Donna a misura di strada, di centro storico.
Non cerchiamola più lontano, dove i potenti costruiscono i loro castelli e ospitano le loro cortigiane.
La troverete alla fontana, dalla cugina, dalla mamma o dalla nonna, accanto alle poche mercanzie che i venditori hanno steso per terra.

In certe chiese pullulano le statue della Madonna. Nella stessa cappella tre quattro statue. Non riesco a vederla in nessuna. Appena esco dalla chiesa la vedo, come la stella dei Magi, camminare con passo veloce verso ogni dolore, verso ogni lamento, accanto ad ogni lacrima: Madre di consolazione e di misericordia. E finalmente so chi amo veramente.



Gesù, noi siamo vissuti e viviamo di maternità. Da una madre siamo nati. Una madre ci ha nutriti e abbracciati. Una madre ci ha accompagnati, consolando sempre la nostra vita.

Gesù, oggi contempliamo Tua Madre. Te lo diciamo con molta confidenza: l'abbiamo accolta come Madre nostra perché Tu ce l'hai donata. Bella come è stata per Te. Tenera nell'amore che ha avuto per Te. Vicina come è avvenuto nella Tua vita. Accanto al nostro letto come accanto alla Tua croce.

Gesù, ci hai dato Tua Madre.

Gesù, ci sentiamo tuoi consanguinei. Attraverso di Lei scorre, in noi, il Tuo sangue di Figlio di Dio fatto carne.
Attraverso di Lei hai abbattuto le distanze tra il nostro amore povero e il Tuo Amore indicibile.
Noi Gesù, a nessun prezzo avremo donato nostra madre. Avremo sperimentato privazione e freddo.

Gesù, da quella croce, fuoco per tutto il mondo, è scaturita la Tua donazione e noi siamo diventati figli della ragazza di Nazareth. Lo siamo sempre. Lo saremo sempre.

Gesù, Fratello Unico perché Figlio della nostra Madre.

Gesù, è sconvolgente il Tuo amore crocifisso.

Gesù, è altrettanto sconvolgente l'amore di tua Madre. Di nostra Madre.

Ti contempliamo, Maria.

Ti abbracciamo Madre.

Ci facciamo piccoli sul tuo grembo, Madre.

Appoggiamo il nostro capo sul tuo petto, Madre. Con infinita gioia. Con una luminosissima dolcezza.

Tu sei Madre. Madre nostra e resti per sempre Madre. Madre nostra.


Don Mario Simula