Omelia (03-12-2003)
Paolo Curtaz


Il volto che Gesù incarnato viene a svelare è un volto così diverso dalle nostre approssimative visioni di Dio! Dio, il nostro Dio, il Dio di Gesù Cristo non ci risolve i problemi, ci aiuta ad affrontarli, non concede benevolmente dall'alto i suoi favori, ci chiede – invece – la fatica dell'interrogarsi, il martirio del mettersi in gioco. Certo la sproporzione è volutamente paradossale: come potranno sette pani sfamare una folla affamata di sette giorni? Sette pani, appunto, sette: il numero della perfezione e della totalità per Israele. Sette pani: la totalità di ciò che sei, la pienezza di ciò che sai, se messo in gioco, può sfamare l'umanità. Sfidiamo a generosità Dio, non restiamo lì ad aspettare che sia lui a risolvere i problemi ma accogliamo la sua provocazione, oggi. Cosa sono disposto a mettere in gioco del mio tempo, della mia intelligenza, del mio carattere per sfamare i tanti fratelli che oggi incontrerò, prima che essi svengano sulla strada della vita? Gesù, in questo prossimo Natale, ci svela il volto di un Dio che ci chiede una mano a salvare il mondo. Lo vogliamo davvero un Dio così?

Signore, ci rechiamo da te per essere guariti dentro, per tornare a vedere il senso della nostra vita. Tu sazi la nostra fame di felicità e ci chiedi di metterci in gioco per saziare i fratelli che oggi incontreremo. Marana thà, vieni Signore Gesù!