Omelia (25-12-2020) |
don Michele Cerutti |
Questa è la Notte in cui risuona con forza la realizzazione dell'attesa messianica. In questa icona evangelica vi sono realizzate le profezie dell'Antico Testamento: Dio è entrato nella storia. Da un lato i regni umani tendono a organizzarsi con i censimenti indetti con gli editti degli Imperatori. Dall'altro lato Dio irrompe nella scena dell'umanità nella semplicità di una famiglia umile, quale quella del carpentiere di Nazareth, Giuseppe. La location scelta non è Gerusalemme, centro del culto, non è Roma, capitale dell'Impero, ma Betlemme, un umile villaggio di Galilea, disprezzato dai Giudei, perché luogo confine, quindi luogo di passaggio e quindi impuro. Dio nasce in una grotta, perché come ci dice il Vangelo, per Maria e Giuseppe, non c'era posto in albergo. Per annunciarsi gli angeli non scelgono dignitari di corte, ma dei semplici pastori. A Pasqua l'annuncio della Risurrezione passa attraverso delle donne, che nella società maschilista del tempo, non venivano considerate. A Natale l'annuncio passa per i pastori, ultimo gradino delle classi sociali. Paolo nelle sue lettere esprime in maniera sintetica questa modalità di Dio che sceglie ciò che nel mondo è disprezzato per confondere i forti. In questa Notte ci immergiamo anche noi nella gioia degli Angeli e uniamo le nostre voci nel cantico del Gloria che eleviamo a Dio e a tutti gli uomini da lui amati. Gioia natalizia che irrompe anche in questo anno veramente complesso per la storia dell'umanità caratterizzato dal disastro dovuto dalla pandemia con la scia di morte da un lato e di incertezza del futuro dall'altro. Dio, tuttavia, non ci lascia soli e in Gesù ci offre la via per rimettere ordine anche in questo mondo così segnato. Questa icona ci permette di attingere a quel grande equilibrio che solo Dio sa dare. Da un lato abbiamo gli uomini immersi nei loro schemi, nella necessità di contarsi per raggiungere gli obiettivi fissati e per lanciarsi in nuove sfide, con il censimento, dall'altro lato la storia della salvezza che sceglie la via umile. Succede sempre così nella Scrittura quando l'uomo fa conto solo sulle proprie forze Dio sceglie altri percorsi. Quando nel deserto il popolo invia degli esploratori, nella Terra promessa, essi ritornano spaventati affermando le meraviglie viste, ma nello stesso tempo la paura è dovuto al fatto che gli uomini sono spaventosi. Essi fidandosi delle proprie forze e non di Dio ingigantiscono le visioni degli abitanti di quelle terre. Per loro inizia un lungo percorso perché non si sono fidati di chi li ha liberati dalla schiavitù. Quando Davide proclama il censimento è Dio stesso che lo rimprovera perché fa meno di JHWH nelle sue scelte. La nostra fede attinge dall'umiltà per raggiungere la via della vita eterna. Giuseppe, Maria e i pastori ci donano la lezione della docilità al progetto di Dio prodigandosi per fare nascere il bimbo anche in situazioni difficili e nell'annunziarne la nascita sfidando le inevitabili incomprensioni visto l'appartenenza a una classe sociale disprezzata dalle caste alte e dai dottori della legge. A noi il compito di indicare Gesù anche in questo mondo che più che mai si sente smarrito vincendo le nostre paure e quelle dei nostri fratelli. Il Natale, con il suo fascino, che lo contraddistingue non viene meno, ma anzi irrompe sulla scena di questo mondo con la forza di sempre per dirci che Dio non ci lascia soli e si è incarnato per indicarci una strada importante a noi spetta solo il compito di accoglierla. La Scrittura ci parla di porte in faccia alla Santa Famiglia. Il mondo rischia ancora di chiudere la porta alla grazia che viene. Come non pensare al nostro mondo che, chiuso nel comprensibile momento difficile che sta vivendo, vive nell'indifferenza nei confronti dei paesi che non hanno nulla per affrontare la situazione della pandemia. Guardiamo a come si vive nella spensieratezza di impossessarsi di bombole d'ossigeno, messe a disposizione delle strutture sanitarie, per immetterle nel mercato nero o chiedere cifre alte per il trasporto degli ammalati negli ospedali. Tutti ci scandalizziamo, ma ognuno poi rischia a suo modo di "gabbare" gli altri in altre piccole forme. Quante volte anche noi tutti rischiamo di chiudere le porte in faccia a Dio che viene? Ci aiuti il Signore con la sua venuta ad aprire il nostro cuore per fare sì che Natale sia veramente ogni giorno e questo non sia una semplice frase fatta. |