Omelia (19-12-2003) |
Paolo Curtaz |
Nel countdown verso il Natale oggi Luca si premura di raccogliere informazioni sulla nascita di Giovanni Battista. Secondo uno schema piuttosto in uso nella Scrittura, Elisabetta, parente di Maria di Nazareth, è senza figli, una delle più grandi tragedie nel mondo ebraico; la sua preghiera viene esaudita e suo marito Zaccaria, che faceva parte della tribù di Israele dei Leviti, di coloro che cioè si occupavano del Tempio, viene sorteggiato per un grande onore: portare l'incenso all'altare, in uno dei luoghi più santi del grande Tempio di Gerusalemme. Lì, lo abbiamo sentito, Zaccaria riceve l'annuncio della nascita del Battista, e dubita. La teofania è tutta legata allo schema classico del Primo testamento: il Tempio, la sacralità del luogo, l'incenso, la sterile che partorisce... E' l'ultima volta che ciò accade: con Maria di Nazareth le cose decisamente cambieranno, Giovanni sarà ancora un profeta "ancien règime", Gesù, invece, nascerà in tutt'altro contesto. Pochi giorni al Natale: l'inatteso accade, il promesso arriva, l'inaudito diventa normale, Dio chiede ospitalità: siete pronti? O Radice di Iesse, che t'innalzi come segno per i popoli: vieni a liberarci, non tardare. |