Omelia (21-12-2003) |
Paolo Curtaz |
Siamo a pochi giorni dal Natale e il vangelo ci invita alla gioia: leggete l'incontro fra le due donne nel Vangelo. E' tutto un sussulto, un complimento: Giovanni Battista che riconosce il Messia dal grembo e scalcia; Elisabetta, anziana donna che vede imprevedibilmente realizzato il suo agognato sogno di maternità e fa i complimenti alla piccola cuginetta Maria. Maria, ancora scossa da quanto le è successo, che comincia a ballare e a fare i complimenti a Dio che la salva. Si sente la tensione, lo stupore, l'inaudito che si realizza. E' vero, allora, Dio ha scelto di venire, Dio si rende presente, Dio – il Dio d'Israele – è qui. E questo scatena la gioia, contagia, stupisce...Stupisce soprattutto Maria ed Elisabetta, che non se l'aspettavano, perché decisamente fuori dai canoni dell'altronatale. Povere entrambe, nate in un tempo senza hi-tech e vacanze, senza possibilità di finire sulle copertine, senza lavori da donne-manager, Maria ed Elisabetta rppresentano l'assoluta mediocrità, la totale normalità, proprio quella che noi rifiutiamo continuamente cercando di uscire fuori dal pantano dell'anominato . Ecco, questa sì che è una buona notizia: puoi essere felice anche se povero e sfortunato, puoi realizzare la tua vita anche se abiti in un paese arido e senza poesia, puoi essere ricolmo più di un re perché ascolti la Parola che Dio ti vuole dare. O Astro che sorgi, splendore di luce eterna e sole di giustizia: vieni, e illumina chi giace nelle tenebre e nell'ombra di morte. |