Omelia (25-12-2020)
don Lucio D'Abbraccio
Guardiamo il presepe

Le letture della Messa detta «dell'aurora» sono ancora tutte concentrate sull'avvenimento concreto della nascita di Cristo. Esse ci additano nei pastori e in Maria (i due protagonisti del brano evangelico) quale deve essere la nostra risposta e il nostro atteggiamento dinanzi al presepio di Cristo.

I pastori, dinanzi all'annuncio del mistero, lasciano il loro gregge, interrompono il loro riposo, lasciano tutto; tutto passa in second'ordine di fronte all'invito rivolto loro da Dio: «i pastori dicevano l'un l'altro: "Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere"». San Girolamo commenta questo passo biblico dicendo che «i pastori andarono fino a Betlemme per vedere il Verbo che era nato, quest'opera che il Signore ha compiuto e ha fatto conoscere loro. Questo Verbo, che esiste da sempre, si è fatto da solo, dal momento che questo stesso Verbo è il Signore. Andarono dunque a vedere in che modo questo Verbo, vale a dire il Signore, si è fatto da solo e come ha mostrato la sua carne. Finché era Verbo infatti non lo potevano vedere; andarono dunque a vedere come il Verbo è diventato carne». «Andarono, senza indugio» e, una volta arrivati «trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia». I pastori, una volta arrivati hanno visto «la Parola uscita dal silenzio, il Verbo onnipotente che è sceso dal cielo, dal trono regale» (sant'Ignazio d'Antiochia) e, nel vederlo, si sono resi conto della parola che era stata detta loro riguardo al bambino.

Luca annota che «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». San Girolamo scrive che «Maria aveva letto le Sacre Scritture, e perciò conosceva i profeti e ricordava che l'angelo Gabriele le aveva detto quelle stesse cose che le erano state dette dai profeti. Meditandole nel suo cuore, cioè prendendone atto e annotandole interiormente, le confrontava per vedere se avesse una base la frase: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio" (cf Lc 1,35). Questo le aveva detto Gabriele, Isaia però l'aveva predetto: "Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele" (cf Is 7,14). Questo l'aveva letto, la frase precedente l'aveva udita con le sue orecchie. Vedeva il bambino adagiato. Osservava il bambino che vagiva lì nella mangiatoia, il Figlio di Dio che giaceva lì davanti a lei, il suo figlio, l'unico figlio; lo vedeva adagiato davanti a sé e la sua mente metteva insieme ciò che stava osservando con quanto aveva udito e con i passi letti della Scrittura». Padre Cantalamessa dice che «il silenzio di Maria è meraviglia, stupore, adorazione di fronte a questa realtà che è più grande di lei».

In questo santissimo giorno, preghiamo il Signore di donarci la grazia di guardare il presepe con la semplicità dei pastori per ricevere così la gioia con la quale essi tornarono a casa: «I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto». Preghiamolo di darci l'umiltà e la fede con cui san Giuseppe guardò il bambino che Maria aveva concepito dallo Spirito Santo. Preghiamo che ci doni di guardarlo con quell'amore, con cui Maria l'ha osservato. E preghiamo che così la luce, che i pastori videro, illumini anche noi e che si compia in tutto il mondo ciò che gli angeli cantarono in quella notte: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama". Amen!