Omelia (25-12-2003)
Paolo Curtaz


"Per voi è nato un Salvatore!" I pastori, increduli, ascoltano quanto dice loro un angelo. "Per voi", sottolinea l'angelo, ammiccando. Non per gli altri, non per il rabbino che sta ronfando nel suo letto, né per i pii ebrei di Betlemme che non hanno saputo preparare un letto per una partoriente, né per il Sommo sacerdote e gli scribi che conoscono bene la Scrittura e sanno che Betlemme è la città di Davide. No, da ridere, al solito. I privilegiati di Dio sono i pastori: rozzi, affaticati dalle lunghe e gelide notti di Palestina, rassegnati a compiere un lavoro sgradevole e visto con sospetto. I pastori ladri perché spesse volte sconfinavano alla ricerca di qualche zolla di dura erba per le loro pecore; pastori bugiardi al punto che era vietato loro testimoniare nei tribunali. No, loro non se l'aspettavano proprio il Messia; sì certo, nei ricordi da bambini si ricordavano della lunga lettura del rotolo di Isaia al sabato nella sinagoga, e dell'atteso dal popolo, colui che avrebbe ridonato lustro al Regno di Israele, al nuovo re Davide che avrebbe cancellato l'onta della dominazione romana sul popolo prescelto dal Dio dei padri come luce per le nazioni. Bello, certo, ma per gli altri, non per loro bastonati dalla vita e glissati alle sponde della società.E invece, che ridere, proprio loro sono i primi testimoni. Me lo vedo Dio che si diverte a scompaginare le cose tutte belline ed equilibrate previste dalla storia ufficiale del buon senso. No: i pastori dovranno dire all'umanità questa semplice e insostenibile notizia: Dio è. Meglio: Dio c'è. Anzi: Dio è qui, piange, avrà fame, la mamma lo accosta all'acerbo seno adolescenziale e lo nutre.
Buon Natale, di cuore, lasciatevi amare.