Omelia (01-01-2021) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su Nm 6, 22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21 Abbiamo appena concluso un anno veramente difficile, che ci ha costretti a rivedere molti dei nostri atteggiamenti e delle nostre abitudini. I propositi che ci eravamo fatti all'inizio dello scorso anno sono stati sconvolti dalla pandemia del coronavirus e ci siamo dovuti adeguare a rivedere i nostri contatti con le persone, la nostra partecipazione alla messa e alla vita pastorale delle nostre comunità. In questa solennità la liturgia ci propone di soffermarci su Maria Santissima, madre di Dio. Forse nessuno come lei può capire quello che stiamo vivendo: era una ragazza con dei progetti semplici e concreti - un marito, dei figli, una vita tranquilla nella sua città. Ma di colpo tutto cambia: diventerà sì madre, ma in modo speciale, quel figlio sognato sarà "mistero" fin dall'inizio. Eppure Maria ha saputo superare lo sbalordimento e nella quotidianità della sua vita, tra dubbi e difficoltà, ha continuato ad avere fiducia che si realizzasse quanto promesso dall'angelo. A lei la nostra preghiera perché ci protegga e ci aiuti ad uscire da questa situazione, magari stimolandoci a migliorarci soprattutto nei rapporti personali, di coppia e di comunità. Buon anno a tutti voi. Inoltre dal 1° gennaio 1968 in questa festa si celebra, in tutto il mondo, la «Giornata mondiale della pace». Preghiamo quindi perché la pace, annunciata dagli angeli ai pastori la notte di Natale, diventi uno stile di vita, che non coinvolga solo i potenti, ma tutti noi, soprattutto nei nostri rapporti personali, a cominciare dalla famiglia, per estendersi nel mondo del lavoro, nelle nostre comunità, nella nostra società civile in cui viviamo. La pace cristiana è una pace che nasce dalla giustizia, cioè da una vita fedele alla verità dell'uomo e alla parola di Dio. Questa pace non ci viene donata già fatta. E' tutta da costruire. In questo periodo in cui imperversano oroscopi e pronostici per l'anno che verrà il Signore ci invita invece ad affidarci alla sua Parola ed è questo il vero augurio che dovremmo scambiarci. La prima lettura ci invita proprio a questa riflessione, presentandoci la solenne benedizione che i capi famiglia pronunciavano sugli Israeliti nelle grandi feste religiose e vi troviamo una ricchezza di grazia e di pace che Dio dona all'uomo. Dio benedice questo tempo nuovo che sta per venire e ci chiede di portare questa benedizione in famiglia, nelle nostre comunità, nel mondo che ci circonda anche se, nella situazione di pandemia che stiamo vivendo, questo non sempre è facile da fare, perché spesso la paura e la perdita dell'entusiasmo ci porta a chiuderci in noi stessi. Anche il Salmo 66 parla di benedizione e lo possiamo collegare alla giornata della pace, inserita nel mondo. Dal popolo che si raduna per la festa del raccolto, grazie allo sguardo di Dio, sale spontanea la lode a Dio per tutto ciò che egli ha operato. Nella seconda lettura san Paolo ci ricorda che Gesù si è incarnato "nascendo da donna", cioè da Maria, per fare di noi suoi fratelli, figli di Dio, e quindi capaci di chiamarlo "abbà", padre, e chiedergli di starci vicino e accompagnarci per mano nei momenti difficili, ma anche in quelli belli, in cui ci è più facile cantare la sua gloria. Qui si esalta, senza ombra di dubbio che Maria è vera Madre di Dio in virtù della sua totale relazione a Cristo. Nel vangelo di Luca troviamo due fatti che hanno caratterizzato la vita di Gesù al momento della sua nascita: il primo è il comportamento dei pastori, i poveri e gli ultimi della società di Israele, che sono i primi ad accorrere, che hanno riconosciuto la grandezza di quell'evento e che si trasformano nel modello degli annunciatori della Buona Novella. Investiti inconsciamente di un incarico lo portano avanti con gioia e fiducia. Il secondo è l'adempimento della legge da parte di Maria e Giuseppe che prevedeva, dopo 8 giorni, la circoncisione e l'imposizione del nome: Gesù, come era stato annunciato dall'angelo a Maria, che significa «Dio salva». Il nome, nella tradizione ebraica, equivaleva alla missione da compiere e di conseguenza Gesù è il Salvatore, sempre, anche oggi, nonostante la pandemia. Colpisce in questo brano l'atteggiamento di Maria, che meditava tutti gli avvenimenti che riguardavano suo figlio in silenzio. Quello che sta avvenendo sembra contrastare con il progetto di Dio, ma lei, nel segreto del suo cuore, gli resta fedele e continua a realizzarlo. Spesso è necessario fermarsi, non farsi trascinare dalla frenesia del fare, per cercare di capire la strada che il Signore ci sta indicando. Chiediamo quindi a Maria, madre di Dio e madre nostra, di esserci vicina e di aiutarci a superare questi momenti difficili che ci aspettano ancora, non sappiamo per quanto, e soprattutto ci aiuti a stare vicino a coloro che vivono con sofferenza la malattia e la perdita di persone care.
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