Omelia (01-01-2021) |
fr. Massimo Rossi |
Commento su Luca 2,16-21 La liturgia della Parola del 1 gennaio ci invita a rendere grazie a Dio per il dono di un nuovo anno: mi permettete un filo di cinismo? "Menomale che è finito il 2020! Del resto, che cosa ci si poteva attendere da un anno bisesto?"... Con un po' di fortuna, il 2021 andrà meglio... (potrebbe forse andare peggio?) Qualsiasi cosa succeda, invocare la benedizione di Dio è il miglior modo di cominciare l'anno! Cominciamo da Dio! vi ricordate lo slogan di inizio 2000? "Ricominciamo da Cristo!": sono già trascorsi vent'anni, un quinto di secolo! frase scontata e un po' banale: "Com'è volato questo ventennio!" Non è facile tracciare un bilancio. E forse non è necessario... Tuttavia lo abbiamo fatto per gli anni ‘60, caratterizzati dal boom economico; lo abbiamo fatto per i '70, gli anni della protesta. Gli anni '80 sono stati identificati come il decennio del riflusso. Per gli anni '90 si accettano definizioni... Il dato che forse ha caratterizzato il 2000 è stato la diffusione capillare della tecnologia informatica; Nel 2010 è scoppiata una nuova grande crisi finanziaria, per alcuni esperti di settore, peggiore addirittura di quella di Wall Street del '29; crisi tutt'altro che superata, anzi, causa COVID19. Il quadro demografico è sensibilmente mutato: crollo delle nascite e popolazione sempre più vecchia; prima di raggiungere la metà del secolo, si prevede che per ogni lavoratore ci sarà un pensionato "a carico"... Altro dato meritevole di qualche riflessione è la rinnovata spinta migratoria, non solo a livello planetario, ma anche all'interno degli Stati. Del resto, se il numero di Italiani che entrano nel mondo del lavoro è costantemente in calo per l'azzeramento, o quasi, della natalità, è necessario consentirne l'ingresso agli stranieri. Ma questo ci spaventa. La paura della stranierità, della diversità - chiamatela come volete - ha risvegliato i fantasmi che agitavano le notti - e non solo - dei nostri genitori: nuovi fermenti nazionalisti, rigurgiti antisemiti, derive razziste, sovranismi alla ricerca dell'uomo forte che adotti programmi di governo forti, volti a chiudere le frontiere per arginare il terrorismo islamico vero o presunto, e impedire gli sbarchi clandestini. La tragedia dell'11 settembre ha inaugurato il primo decennio nel segno della paura.... Sembrava che avesse cambiato il nostro costume di vita, bloccando il cammino della globalizzazione; invece ci siamo abituati anche a questo. Come è stato possibile? abbiamo accentuato l'individualismo sempre latente in ciascuno, eterno antagonista di ogni slancio alla partecipazione, alla solidarietà, alla cura del bene comune e della promozione umana... E così, chiusi ciascuno nel proprio particolare, abbiamo perduto l'allenamento ad investire sul futuro. Il pessimismo ha accorciato pericolosamente i nostri orizzonti... Da ultimo, il dramma di questa ennesima pandemia: ogni secolo c'ha avuto la sua; chi siamo noi per aver creduto di fare eccezione? Supereremo anche questa, o, forse, più semplicemente, impareremo a conviverci. Basta! Trovare motivi per gioire e fare festa è faticoso, ma è una fatica ben spesa! Ci siano di sprone i pastori che fanno visita al Bambino deposto nella mangiatoia. Erano considerati gli ultimi della scala sociale; e sono proprio loro i primi testimoni del Vangelo: hanno creduto all'annuncio degli angeli, sono corsi a vedere, infine hanno riferito ciò che avevano visto. E che cosa hanno visto di così straordinario che valesse la pena di glorificare e lodare Dio? una ragazza che aveva appena partorito in una stalla, con suo marito, e naturalmente il neonato. Chissà quante volte erano stati spettatori di quella scena. Ma stavolta era diverso. Noi non potremo mai capire in che cosa fosse diversa quella nascita, ai loro occhi, rispetto a tutte le altre nascite. Sta di fatto che, forse per la prima volta, quegli uomini si sono sentiti dei privilegiati... Ma non hanno tenuto per sé questo privilegio. Già in quelle prime ore, la salvezza finalmente realizzata chiedeva d'essere predicata. E così fu! Grazie a loro. Oramai quella nascita non riguardava più soltanto la madre e il padre del bambino, ma era stata donata ai pastori, era cosa loro, e di tutti quelli che ne avrebbero ricevuto notizia... San Luca non ci informa nel dettaglio circa il numero di visitatori del sito, si direbbe oggi, non un sito informatico, ma (un sito) reale, sperduto nelle fredde steppe di Betlem; non ci rivela neanche quanto rimasero, Maria, Giuseppe e il bambino, in quella stalla: comunque meno di 8 giorni. Era necessario raggiungere Gerusalemme, che dista, su per giù, 10 km., entrare nel Tempio e presentare il bambino al sacerdote di turno... Colpisce il fatto che la prima diffusione del Vangelo si debba a gente poverissima, ignorante, che viveva ai margini della società, e certamente faticava a sbarcare il lunario. Eppure è così! Che, niente, niente, povertà fa rima con generosità? Non sarebbe la prima volta che la povera gente dà prova di essere generosa, più generosa di quelli che hanno sostanze in abbondanza, cultura da vendere, tempo libero,... ma anche orgoglio smodato, egoismo invincibile, attaccamento insano ai beni materiali, miopia cronica per chi sta peggio. Oggi, 1 gennaio 2021, i pastori ci danno l'esempio. Se vogliamo capirlo e accoglierlo, scopriremo la vera gioia evangelica, migliore e più duratura delle gioie di questo mondo. Buon Anno a tutti! |