Omelia (06-01-2021) |
don Michele Cerutti |
Commento su Matteo 2,1-12 La liturgia della Parola si apre con una espressione che dovrebbe essere il motto di questa giornata, dirò di più di questo inizio anno. "Alzati" è l'imperativo che il Signore ci dona. Alzarsi da dove e da che cosa? Sicuramente dalle false sicurezze ricercate nel mondo che ci circonda fatto di false luci e di realtà effimere che vanno a formare quelle piccole comodità che ci rendono stanziali in mezzo ai rifiuti del male. "Alzati" dal rancore nei confronti dei fratelli e dalla ricerca di successi a danno degli altri. "Alzati" prendi in mano la tua vita e fanne un capolavoro. "Alzati" perché Dio è vicino e ti vuole fare scoprire la bellezza quella vera, che come dice Dostoevskij, salverà il mondo. "Alzati" e corri le tenebre sono state vinte da colui che ha assunto la nostra natura umana. Non è questo il tempo per rimanere inermi e seduti. Davanti a un amore così grande che ci viene donato gratuitamente fermarsi non si può. "Alzati" e scoprirai che anche tu sei chiamato a camminare insieme ai fratelli che il Signore ti mette accanto per essere a tua volta un dono e perché anche tu sei prezioso e nessuno proprio nessuno può fare a meno di te. Fatti pervadere da quella gioia e così puoi vincere tutti coloro che dipingono la storia a tinte oscure e senza speranza solo puntando il dito e rimanendo fermi su posizioni e false certezze. Pensa uomini di scienza hanno compreso la grandezza di quel Dio bambino e hanno inseguito una stella e hanno fatto anche i loro sbagli imbrigliati in logiche umane sono entrati nei palazzi del potere pensando lì di trovare le risposte e innescando purtroppo l'odio provato da chi vuole sostituirsi a Dio. Davanti agli errori continua a camminare perché questi ci stanno non per separarci da Dio, ma hanno la forza di unirci strettamente a Lui. La relazione con il Signore immaginala come uno spago tenuto da due persone se si rompe in uno dei due lati i due che tengono il filo si avvicinano di più. I magi nel Vangelo non si sono arresi e davanti a quella grotta si sono messi in ginocchio hanno vinto le loro precomprensioni certamente perché un Dio che giace in un presepe deve essere stato un colpo duro anche per loro. Il nostro è un Dio delle sorprese si fa carne e pone la sua tenda tra noi come uno di noi. Raccogliti quanto puoi davanti a questa scena per ripartire su nuovi percorsi che ti verranno indicati. Per altre strade occorre ritornare per evitare di riaccomodarsi su quel "dèjà vu" che ci impigrisce. Allora rivestito di luce scorgerai un mondo dove tutti con i nostri limiti, i nostri errori e i nostri pregi siamo fratelli in cammino che necessitiamo di una luce vera tra le tante che ci spinge sempre a una vera ricerca. Siamo tutti chiamati nessuno escluso a dare un senso alla propria esistenza e interrogarsi. Non avere paura di sbagliare nel cercare risposte, ma non aver paura anche di domandare perché davanti a Dio siamo piccoli e come i bimbi rivolti ai genitori insistiamo con domande che ci aiutano a crescere. Quello che ti sta davanti è' un lavoro lungo anche qui non spaventarti non terminerà mai su questa terra perché ogni stadio della nostra vita apre a nuove curiosità, a piccole paure e ad alcuni fallimenti tu continua e procedi. Lo sforzo è alleviato da coLui che vuole farsi trovare rivolgiti a Lui anche con suppliche e allora tutto ti sarà più semplice. Egli ha pietà delle nostre fatiche conosce i nostri sforzi e si fa compagno di viaggio a volte nascosto perché possiamo aumentare l'intensità della ricerca. Altre volte si rende visibile con l'abbondanza di Parola e di sacramenti per poi scomparire e condurci a nuove mete. Molte volte si fa presente nei fratelli chiedendoci di sfamarlo, assettarlo, visitarlo e accoglierlo e lì si cela in quei volti per farci capire l'autenticità della nostra ricerca. Il nostro Dio sta dalla parte dei più deboli non trovarlo sulle vie del potere, ma in quello del servizio e lo noterai nella dolcezza di un presepe con una culla di paglia per ricercarlo nei segni sofferenti della Passione e poi contemplarlo da Risorto con le piaghe del supplizio. Egli non ci lascerà mai perché è fedele alla sua promessa di stare con noi fino alla fine del mondo. Gli uomini lo possono anche rifiutare e bistrattarlo come fanno gli Erodi della storia che si annidano anche tra coloro che a parole dicono di seguirlo. Ci dona dei campioni in questo cammino a cui fare riferimento. La sua Mamma che ha il pregio di conservare nel suo Cuore tutti noi per consegnarli uno ad uno. Il suo padre terreno che ci insegna la responsabilità di un dono consegnato oltre ogni merito. Una schiera di uomini e donne che si sono consumati e si consumano in questa ricerca. Parafrasando Anselmo d'Aosta ti do una consegna: "Cerca il Signore desiderandolo e cercandolo desideralo sempre più, trova amandolo e amalo trovandolo". Solo allora veramente sarai risplendente di Luce. |