Omelia (10-01-2021)
padre Gian Franco Scarpitta
Chiamati a novitàdi vita

Giovanni Battista sta predicando e amministrando un battesimo di penitenza tipico dei Giudei, avente come atto esteriore l'immersione in acqua, secondo un rito esistente anche in ambito pagano. Si tratta di un battesimo per la remissione dei peccati, che accoglie tutti coloro che hanno compreso e ammesso di aver mancato verso Dio e che vogliono cambiare vita. Esso è un atto esteriore che avviene solo con acqua e che ha il suo significato per i Giudei e per lo stesso Giovanni, perché attesta a un avvenuto pentimento nel cuore di coloro che lo ricevono.
Anche Gesù si colloca in fila confondendosi con i peccatori. Eppure lui non ha commesso peccato alcuno, pur essendo stato tentato come ogni altro (Eb 4, 15); anzi Gesù si è manifestato per togliere i peccati (1Gv 3, 5) e non per esservi asservito e di conseguenza è indicibile che a lui possa succedere di considerarsi peccatore e di farsi trattare da Giovanni come tale.
Gesù giustifica tale suo atteggiamento "affinché si compia ogni giustizia"(Mt 3, 13 - 17). Per giustizia si intende l'obbedienza ad ogni comandamento divino e la sottomissione alla sua Parola, e Gesù, che non ha mai disatteso alcuna prescrizione della Legge del suo tempo e che si è sempre disposto ad accogliere con fiducia e buona disposizione quanto il Padre ha disposto su di lui, si sottomette risolutamente e senza problemi alla prassi giudaica del battesimo di conversione. Per volontà del Padre e per sua libera decisione, adempie quanto farebbe qualsiasi uomo, si atteggia alla stregua di un comune peccatore e non rifiuta neppure di essere considerato tale dagli altri.
Adempie così la volontà del Padre di sottomettersi al lavacro battesimale per avvicinare i peccatori e per interagire con loro, instaurando un rapporto di mutua confidenza e amicizia con cui condividere sentimenti, stati d'animo e speranze. Con i peccatori Gesù converserà volentieri anche durante la sua vita pubblica, quale medico che è venuto per aver cura degli infermi e non già dei sani e dei benestanti (Mt 9, 12), dimostrando loro così il vero volto di un Dio che è padre di misericordia; adesso però fra i flutti del Giordano si lascia coinvolgere da loro, partecipa delle loro impressioni, si immedesima nel loro stato di vita e, benché non abbia commesso errore alcuno in rapporto alla volontà di Dio, come loro si lascia battezzare.
C'è però una seconda ragione per la quale Gesù si sottomette a questa prassi del Battista: non appena fuoriesce dall'acqua bagnato, discende su di lui lo Spirito Santo e una voce dal cielo lo istituisce Figlio di Dio. A dire il vero Figlio di Dio era stato già istituito al momento dell'incarnazione, ma adesso a rafforzare l'idea di questa elezione divina è lo Spirito Santo che il Padre invia, il quale consolida Gesù nell'identità e nella missione. D'ora in poi tutti dovranno ascoltarlo come l'Unto (il Cristo) del Padre Nel battesimo di Gesù vi è quindi un prescelto abbassamento a cui fa seguito una glorificazione; un'umiliazione deliberata che ha come conseguenza l'innalzamento; una sottomissione che poi diventa elevazione. Non per niente alcuni Padri della Chiesa definiranno l'acqua con la quale Gesù viene asperso come "il sepolcro liquido": essere battezzato equivale a morire a se stesso per poi risorgere; perdere la propria vita per poi recuperarla in abbondanza. E questo è il battesimo per chiunque vi si assoggetta, anche per noi: nell'accezione originaria si tratta di un lavacro nel quale veniamo immersi per andare a fondo, come nel caso di una nave che si inabissa. In questo lavacro affonda e si estingue l'uomo vecchio, passionale e succube di se stesso. Si distrugge in questo lavacro l'uomo precario e peccaminoso, il soggetto invischiato da putredine e da immondezza fin nel suo intimo ed emerge l'uomo rinnovato, santificato ed edificato dallo speciale intervento divino che si chiama grazia. Se si vivesse il proprio battesimo con dedizione e volontà perenne, si diventerebbe riflesso di questo fulgore di novità che abbiamo acquisito e nell'esercizio delle virtù esternate con gioia si testimonierebbe a tutti l'efficacia del vivere nella gioia del dare più che del ricevere. Se ciascuno di noi prendesse sul serio il proprio battesimo, ne comprenderebbe tutti gli effetti e tutti i guadagni e si industrierebbe di renderlo sempre più attuale per mezzo della testimonianza di coerenza di vita e di trasparenza di umiltà, di amore e di fede e il mondo circostante ne resterebbe edificato. Sarebbe un continuo lauto pasto a cui è invitato chiunque, come descritto dal profeta Isaia (I Lettura).
Giovani però avverte che tutto questo non avviene effettivamente con il suo battesimo di (sola) conversione, ma che tale trasformazione eloquente è opera di un altro battesimo del quale il suo è solamente un' iniziazione propedeutica, cioè nel battesimo istituito dal Gesù Cristo stesso. In esso infatti non agisce solamente l'acqua, simbolo di lavacro e di purificazione, ma lo stesso Gesù che per opera dello Spirito Santo riedifica e chiama a vita nuova. Lo Spirito Santo infatti, che è disceso sotto forma di colomba (in modo tenue, lieve e non irruente) fa in modo che sia lo stesso Cristo ad operare nella persona del battezzando attraverso il segno visibile della grazia invisibile. Lo Spirito attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio e questo dove mai avviene maggiormente se non nel battesimo voluto da Gesù? In esso diventiamo figli di Dio in Cristo, destinati a partecipare alla sua stessa gloria nella misura in cui partecipiamo anche alle stesse sue sofferenze.
(Rm 8, 14 - 15). Il battesimo è quindi la nostra rinascita, il nostro riemergere dai fondali dell'errore e della nefandezza, un librare in alto con letizia dopo che fango e melma ci avevano attratti e sedotti a sé, ma solo Cristo figlio di Dio fatto carne poteva realizzare in noi codeste prerogative di elevatezza.
Del resto il battesimo di Gesù scaturisce dal sangue e dall'acqua del costato trafitto di Gesù sulla croce. Giovanni dirà del resto che Gesù non è venuto con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue e che appunto sono tre cose a rendergli testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue"(1Gv 5, 6 - 8). La libertà e la vita sono gli effetti profusi da chi è stato affrancato dall'oppressione del peccato per mezzo di questo sacramento; la purezza e la santificazione sono i distintivi del battezzato e la santità e la perfezione per la vita eterna sono gli obiettivi di chi si prefigge di rendere testimonianza della nuova dignità conferita dal battesimo. Cioè di tutti noi che siamo stati raggiunti dalla pienezza di questa grazia.