Omelia (10-10-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Gn 4,3 Dalla Parola del giorno So che tu sei un Dio misericordioso e clemente, longanime, di grande amore e che ti lasci impietosire riguardo al male minacciato. Come vivere questa Parola? E' il profeta Giona che parla manifestando il nome di Dio, anzi, in sintesi, tutta la Rivelazione. Però il contesto ci dice che lui non è d'accordo col Dio della salvezza. Egli è stato mandato a Ninive per profetizzare: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta" e ora pretende che queste parole si realizzino. Il Signore aveva detto: "Se non vi convertirete, perirete". E poiché la condizionale si è realizzata, Egli ha ritirato la sua minaccia. Quel che crea dispetto nell'animo del profeta è tutto e solo legato al fatto che ne va della sua reputazione di profeta. La città ne uscirà indenne e Giona entra in collera. Il Signore lo corregge perché capisca quanto il suo cuore si è allontanato da Lui che vuole la misericordia sempre, là dove la libera volontà dell'uomo si decide a consentirlo. Oggi, nel mio ritorno al cuore, chiederò allo Spirito Santo di fare chiarezza in me. A volte non si fa strada, più o meno tacito, il lamento verso Dio? Quando vorrei riuscire in tutto e non sempre avviene, quando vorrei poter trattare con tutti nel modo più facile e indolore mentre ci sono contrasti, quando sostengo ad oltranza il mio punto di vista. In tutto questo il Dio clemente, buono, di grande misericordia viene emarginato dalla mia vita ed è il mio ego ad imporsi con tutte le conseguenze del caso. Il correttivo? Aggrapparmi al nome di Dio, alla sua identità di Misericordioso. Verbalizzerò: "Dammi un cuore di misericordia e avrò vita in te, Signore". La voce di un maestro spirituale del nostro tempo Beati coloro che sanno piangere per le sofferenze degli uomini, per i peccati della gente, perché è questo il modo di entrare in consonanza con la misericordia di Gesù e contemplare la speranza del futuro. Carlo Maria Martini |