Omelia (12-10-2001)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e non trovandone, dice: ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo è peggiore della prima.

Come vivere questa Parola?
All'interno di una pericope evangelica in cui Gesù dice che "con il dito di Dio", cioè con la sua potenza ha vinto satana e così è venuto a noi il Regno di Dio, questa affermazione può sembrare strana. Che cosa significa? Ecco, quando il demonio è stato scacciato "da uno più forte di lui", cioè da Gesù Signore, la "casa" che è il cuore dell'uomo, è "spazzata e adorna". C'è però un pericolo: che rimanga vuota, senza padrone. Attenzione, dunque! Può esserci la presa di coscienza del peccato e quell'accorrere al sacramento della riconciliazione che ci libera e rende "spazzata e adorna" la casa del cuore. Nella vita spirituale c'è però un altro pericolo: quello di non avere il coraggio di una consegna radicale di noi e delle cose nostre al Signore. Manchiamo di fiducia. O meglio, in modo più o meno sornione, è il nostro "ego" a farla da padrone! E questa condizione è, in un certo senso, peggiore di quando eravamo coscienti del nostro peccato. L'acquiescienza al comodismo, il non voler essere disturbati, indifferenti a Dio e al prossimo, è contrario allo Spirito di Dio e consente al demonio di far da padrone, nella casa della nostra vita, senza neppure averne l'aria!

Nel mio rientro al cuore oggi guarderò in faccia con coraggio questo sottile ma pervadente pericolo e realizzerò la mia consegna a Dio invocando lo Spirito Santo. Verbalizzerò:

"Sei Tu il mio Signore! Senza di te non ho alcun bene"

La voce di un pensatore convertito
"E' mai possibile vivere nell'indifferenza davanti a questo Dio presente che non cessa di concepire la vita, di conservarla, di volerla eterna (...)? Tu, o Dio, vuoi che io viva per Te. E, se ne vale la pena, lo dice la tua morte per me".
Max Iacob