Omelia (17-01-2021)
don Roberto Seregni
Venite e vedrete

La liturgia ci fa iniziare questo tempo ordinario con un bellissimo testo del Vangelo di Giovanni. Tra le righe possiamo gustare la freschezza dell'inizio, la passione del primo sguardo, l'energia delle prime parole scambiate con il maestro. Sembra che tutto succeda per caso, ma sappiamo bene che non è cosí. Nel Vangelo, e nella vita, le apparenti casualità ci fanno scoprire che ci sono cose che scappano dalle nostre mani, che sfuggono dal rigido controllo dei nostri progetti. Le cose di Dio semplicemente accadono e non bisogna lasciarsele scappare.
In questi anni di missione in Perú, ho imparato dai poveri a riconoscere il passaggio di Dio nella mia vita. Le persone piú semplici mi hanno insegnato, e mi stanno insegnando, a riconoscere il sussurro leggero dello Spirito che entra nella nostra vita con appassionata delicatezza.
I primi discepoli chiedono: "Dove dimori?". Dovranno lasciarsi masticare dalla vita, fare i conti con la loro debolezza e i loro tradimenti, ma alla fine scopriranno che il Signore abita dove lo si lascia entrare.
Sta bussando, non lasciartelo scappare!

Vorrei concludere questa breve riflessione ricordando le parole di Gesù: "Venite e vedrete". È un invito a condividere la vita, a camminare insieme, a cambiare lo sguardo sulle cose, sulle persone e sul mondo. È interessante sottolineare che Gesù non fa un esame per qualificare la preparazione umana, spirituale e telologica dei due giovani che lo stanno tampinando. Semplicemente li invita a stare con lui. Non li misura, non li mette alla prova, non indaga. Li invita a condividere la sua vita. Punto.
È bello anche sottolineare che il secondo verbo è al futuro: "venite e vedrete". Il cammino inizia ora, ma c'è bisogno di tempo per scoprire il mistero della sua persona. Bisogna avere pazienza e il coraggio di lasciarsi mettere a nudo dalla sua parola. Bisogna saper ascoltare, condividere e camminare, e tutte le volte che si pensa di aver capito qualcosa, è il momento per ricominciare da capo.

un abbraccio
don Roberto