Omelia (24-01-2021)
diac. Vito Calella
Le tre “S-C” della conversione credendo nel Vangelo.

La pandemia ci pone di fronte allo scorrere inesorabile del cronometro della nostra fugace esistenza, segnata dal limite certo e inaspettato della morte. Ciascuno di noi sente la sfida di scegliere bene giorno dopo giorno la direzione da dare alla sua unica e irripetibile vita, che oltre alla morte come orizzonte, deve fare i conti anche con la fragilità della propria condizione umana fisica, psicologica e spirituale. L'esercizio della nostra libertà viene svolto nell'opportunità del momento presente da vivere intensamente di fronte alle possibilità future, portandosi addosso il bagaglio del ricordo del nostro vissuto passato. Lasciamoci interpellare dalle prime parole pronunciate da Gesù nel vangelo di Marco e dalla sua prima azione che è stata la chiamata di alcuni suoi discepoli: i pescatori del lago di Galilea, Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni.

«Il tempo è compiuto, il Regno di Dio è vicino» (Mc 1,15a).
Per esercitare bene la nostra libertà il Cristo risuscitato parla oggi alla nostra coscienza chiedendoci di diventare consapevoli del tempo opportuno: «Il tempo è compiuto» (Mc 1,15a), il "kairós" è pieno, è completo!
Significa che viviamo tutti nella "pienezza del tempo". Cioè, da quando il Figlio di Dio ha assunto la nostra condizione umana, la storia dell'umanità e di tutta la creazione non è più un semplice conteggio di giorni, mesi e anni. Non esiste più soltanto lo scorrere cronometrico del tempo della nostra vita, sapendo che «passa la figura di questo mondo» (1Cor 7,31b). Ogni istante, ogni nostro giorno contabilizzato e sfuggevole è già riempito in pienezza dalla presenza di Gesù, il Figlio di Dio. Se al tempo della missione di Gesù di Nazaret in Galilea la sua presenza fisica che passava attirava l'attenzione e poteva motivare un cambiamento di vita in Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni, e in tanti altri, oggi la presenza viva del Cristo risuscitato è dappertutto, non è più localizzata ai margini del lago di Galilea, ma è garantita dallo Spirito Santo che abita in ciascuno di noi ed è presente attorno a noi. Tutto in noi e attorno a noi è già "cristificato" perché Dio Padre regna per mezzo di Cristo già morto per noi e per la nostra salvezza, già risuscitato e diventato il centro dell'esistenza di tutte le creature, soprattutto di noi esseri umani.
Il Cristo risuscitato ci ha appena annunciato: «Il Regno di Dio è vicino» (Mc 1,15b).
Vicinanza non significa "assenza in attesa di una venuta imminente", ma "presenza non ancora pienamente scoperta e non ancora pienamente vissuta".
Rendiamoci conto di essere già, qui ed ora, graziati, riempiti dalla gratuità dell'amore del Padre e dalla sua volontà di comunione con ciascuno di noi, gratuità rivelata da tutta la missione terrena di Gesù e soprattutto dalla sua morte e risurrezione.
Per rispondere alla sfida di scegliere bene giorno dopo giorno la direzione da dare alla nostra unica e irripetibile vita, che affronta la soglia della morte superandola nella prospettiva di una vita eterna di comunione, il Cristo risuscitato si propone dinnanzi a noi come la possibilità più sicura e più promettente. Per Lui, con Lui e in Lui la nostra vita può essere vissuta in pienezza ad ogni sua fase: di salute e di malattia, di prosperità e di povertà, di riposo e di fatica. Dipende da ciascuno di noi mettere in atto i due imperativi: «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15c).

«Convertitevi» (Mc 1,15b): le tre "S-C" della conversione.
«Convertitevi» può significare tre esperienze intrecciate fra di loro, le tre "S-C"della conversione: il "subito del cambiamento", il "sentirsi in cammino", e il "seguire Gesù da con-vocati".
La prima "S-C" della conversione: il subito del cambiamento.
Sta ad indicare che la conversione non è una svolta nella vita che avviene una volta per tutte. Può anche capitare di fare scelte radicali e importanti che rompono con uno stile di vita passato per iniziare una fase nuova; ma anche quando ciò avviene, il vissuto rimane inciso per sempre e continua a condizionare il vivere presente. Convertirsi significa cogliere l'attimo presente, il «subito» (Mc 1, 18.20). È scegliere ogni giorno di non fossilizzarsi, di non irrigidirsi in abitudini che bloccano la nostra crescita umana e spirituale. Ogni giorno può diventare un'opportunità per crescere! La nostra identità di uomini e donne cristiane è in continua evoluzione, è in continuo cambiamento. Simone e Andrea «subito lasciarono le reti» (Mc 1,18a); Gesù «subito chiamò Giacomo e Giovanni» (Mc 1,20a).
La seconda "S-C" della conversione: il sentirsi in cammino.
La chiamata dei primi quattro discepoli è una scena di conversione e tutto si svolge nel movimento del cammino di Gesù «passava lungo il mare di Galilea» (Mc 1,16). Il movimento continua: «Andando un poco oltre» (Mc 1, 19a).
Il movimento del cammino di Gesù richiama il movimento del cammino del profeta Giona che percorse la città di Ninive predicando la conversione. Il passare di Gesù rivoluziona la vita di Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, colti nell'attimo della routine del loro vivere quotidiano di pescatori nel gettare le reti in mezzo al lago o nel ripararle sulla spiaggia. Improvvisamente si ritrovano in un camminare, che è ben definito: è un camminare alla sequela di Gesù.
La terza "S-C" della conversione: il seguire Gesù da con-vocati.
Simone e Andrea, lasciate le reti, alla chiamata di Gesù che disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini» (Mc 1,17) «lo seguirono» (Mc 1,18a); Giacomo e Giovanni «lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui» (Mc 1,20b). Ogni scelta fatta nella quotidianità dà una direzione al cammino della nostra vita.
Conversione significa camminare seguendo il cammino di Gesù. È una scelta impegnativa, la scelta più importante della vita. Non tutti la fanno, nonostante le numerose opportunità.
Anche se è individuale, più che una "vocazione", è una "con-vocazione", perché Gesù all'inizio della sua missione pubblica sceglie di non rimanere da solo. Vuole condividere il suo cammino con un gruppo di discepoli. La sequela di Gesù è un'esperienza condivisa: almeno due a due. Non è mai un'esperienza solitaria e individuale.
Conversione è dunque sentire tutta la forza di camminare alla sequela di Gesù in comunione con quei fratelli e sorelle che condividono con noi la stessa scelta. Camminiamo insieme e qualsiasi storia di vocazione individuale alla sequela di Gesù sarà sempre il risultato della tessitura delle nostre relazioni di condivisione con coloro che il Signore ha posto accanto a noi per vivere in comunione l'esperienza della sequela, che si gioca, giorno dopo giorno sul «credere nel vangelo»

«Credete nel vangelo» (Mc 1,15c).
Nella povertà della nostra condizione umana il nostro "sì" alla conversione, intesa come "subito del cambiamento", "sentirsi in cammino", e "seguire Gesù da con-vocati", è sostenuto dalla preghiera di invocazione dello Spirito Santo e dalla ricchezza del dono del Vangelo quadriforme di Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
La parola "vangelo" significa: "buona notizia". «Credere nel vangelo» è innanzitutto far nostra la buona notizia dell'esserci del Cristo risuscitato nella nostra storia personale e nella storia dell'umanità grazie alla presenza dello Spirito Santo in noi. Meravigliati di questo dono gratuito già presente in noi e attorno a noi, possiamo iniziare ogni giorno l'avventura di scoprire la bellezza del volto del Padre unito al Figlio nello Spirito Santo trasmessoci da Gesù di Nazaret in cammino verso il compimento della sua missione a Gerusalemme.
Permettiamoci l'ascolto fedele e attento della testimonianza di Gesù attestata nel Vangelo!
Lasciamoci metterci in crisi nel discernere il tipo di immagine di Dio che abbiamo in testa e la qualità delle nostre relazioni quotidiane alla luce di ciò che Gesù dice e fa, alla luce dei suoi incontri, delle sue scelte, delle sue relazioni preferenziali, delle sue parabole e dei suoi discorsi.
L'avventura della conversione diventa allora un nuovo inizio giorno dopo giorno fino alla soglia del nostro morire, quando si svelerà a ciascuno di noi, in comunione con tutti i santi, la pienezza di gioia per aver fatto la scelta della sequela di Gesù.