Omelia (24-01-2021) |
Omelie.org (bambini) |
Cari bambini e ragazzi, ben trovati. Siamo nel pieno anno scolastico e questo significa che, nonostante le difficoltà da pandemia, abbiamo tante attività che ci mantengono costantemente impegnati. Bene! È proprio così che ci vuole Dio, però le occupazioni devono essere quelle buone... Tutt'e tre le letture chiamano all'attenzione: stanno per arrivare giorni importanti, anzi quel giorno è proprio oggi. Bisogna quindi guardare a ciò che facciamo: se siamo presi da affari che ci lusingano e ci soddisfano, ma che non ci mettono nel giusto atteggiamento verso il Cielo, allora dobbiamo cambiare direzione per guardare verso il giusto orizzonte. Se invece siamo già attenti alle sorprese di Dio, dobbiamo vedere di non distrarci in alcun modo. Ma caliamoci più nel dettaglio delle letture. La Prima è tratta da profeta Giona. Il suo Libro è molto breve. Quando viene chiamato da Dio, lui lo sente chiaramente e, chiaramente, dice: "no, grazie". Non voleva essere coinvolto in un piano che riteneva essere troppo grande per lui. Così, fuggi di là e fuggi di qua, si trova addirittura a vivere nella pancia di balena. Quando finalmente capisce che la sua felicità coincide esattamente con quello che Dio gli propone, accetta. In questo succede un fatto assolutamente fuori da ogni aspettativa. Annuncia al popolo di Ninive che sta per succedere qualcosa di drammatico. Facciamo prima due puntualizzazioni. • Ninive è una città nemica, eppure lui la avverte che sta per crollare. • Gli da un tempo per convertirsi: 40 giorni. Ninive crede e si converte! Quindi l'Amore di Dio trasforma in buono ciò che era terrificante. Vorrei ora concentrarmi sul "tempo" perché è la tematica centrale di questa domenica. Qui ci sono ben quaranta giorni per riflettere, pensare e decidere da che parte stare: Dio dà il tempo per scegliere la salvezza. Con il Nuovo Testamento invece le cose cambiano. Gesù è già nel mondo, quindi la salvezza è qui e ora. Mi viene da pensare ai pescatori che sistemavano le loro reti. Venivano da una notte di navigazione, erano stanchi e stavano facendo un lavoro che richiede una grande concentrazione e una grande pazienza. Sono totalmente immersi nella loro routine quotidiana e, sinceramente, non credo che sospettassero che quel giorno la loro vita sarebbe cambiata. Eppure, nel fare le attività alle quali furono abituati sin da bambini, hanno l'orecchio teso verso qualcosa di nuovo, di grande. Il Vangelo mi colpisce molto quando dice: "subito lasciarono le reti e lo seguirono". Subito loro mollano tutto così com'è, non perché fossero annoiati ma perché si accorgono che sono stati invitati a partecipare a qualcosa di meraviglioso. Possono fare tutto questo perché il loro cuore non è ripiegato sulle reti, come giustamente lo sono le mani e gli occhi, ma è teso verso il Cielo. Loro sanno che la vita è un dono, un regalo da scartare e scoprire ogni giorno, è per questo che sono così pronti alla chiamata. Tuttavia è evidente che tra la Prima Lettura e la Seconda e il Vangelo c'è una differenza abissale perché gli abitanti di Ninive hanno il tempo per decidere cosa vogliono fare. Mentre nel vangelo si deve rispondere immediatamente, altrimenti Gesù prosegue dritto. Sembrerebbe che Dio si sia incattivito perché ci mette fretta. Ma in realtà non è così. Immaginate che abbiate appena scoperto che il cinema sotto casa vostra, faccia una straordinaria promozione a tempo: praticamente avete pochissimi minuti per entrare in sala, e in cambio potrete vedere il vostro film preferito gratis, ma dovete essere in compagnia di un vostro amico. Non andate forse di corsa sotto casa sua per farlo scendere in fretta? Ecco è propria questa la differenza: adesso la bellezza è imminente, non è più così lontana, ma è proprio ora e non la si può sprecare. Se vi dessero un regolo lo scartereste subito o lo lascereste da parte per aprirlo solo quando avrete tempo e voglia? Detto questo, vorrei porre due domande: • una cosa così bella può accadere solo una volta nella vita? e poi? ne rimane solo un ricordo lontano? • perché Gesù chiama solo alcuni e non tutti? Proviamo a rispondere. Il buon amico di Gesù è colui il quale non sottovaluta mai l'iniziativa di Dio. Sa infatti che Egli è sempre pronto a stupirci e che i Suoi piani sono sempre imprevedibili. Il cristiano è sempre in movimento, stando sempre attento alla strada che gli indica lo Spirito Santo e questo anche per evitare di perdere tempo in ripensamenti che possano indebolire la sua fede. Inoltre, chi è chiamato ha una responsabilità. Come Giona aveva la missione di far convertire Ninive, così chi ha il dono della fede dovrebbe raccontarlo semplicemente, con la sua vita, perché, chi ancora non l'ha ricevuto, lo abbia. Voglio salutarvi augurandovi di stare sempre con l'orecchio teso all'ascolto, il cuore rivolte verso il Cielo e le gambe sempre pronte a mettersi in cammino. Commento a cura di Cristina Pettinari |