Omelia (14-02-2021)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su Lv 13,1-2.45-46; Sal 31; 1Cor 10,31-11,1; Mc 1,40-45

Non solamente ai tempi di Mosè, la lebbra era considerata una malattia incurabile, che comportava una distruzione fisica e una morte sociale. lo è statore tutto il medioevo e oltre, anche se è quasi del tutto scomparsa dall'Europa, ma non dagli altri continenti, almeno fino agli anni cinquanta del secolo scorso. Forse oggi, se si sente parlare dell'isola di Molokai, nessuno o pochi ricordano cosa è stata, fino al periodo citato. Ai tempi del Levitico e fino al Medioevo era la piaga per antonomasia con cui Dio colpiva i peccatori.

Anche Gesù, incontra nel suo pellegrinare per la Galilea, un lebbroso che lo supplica di guarirlo e Egli lo esaudisce. Dopo essere stato guarito, il lebbroso, nonostante Gesù l'abbia invitato a non divulgare l'accaduto, ma a presentarsi al sacerdote come imponeva il Levitico doveva dichiaralo tale, non fa altro che proclamare di essere stato guarito da Gesù. Addio segreto messianico. Per l'antico testamento la guarigione della lebbra rivestiva il significato di "segno messianico"( Mt. e Lc ne sono la conferma).

La prima lettura, a ben pensarci, è sconvolgente, allorché leggiamo le disposizioni contenute nel brano del Levitico, in ebraico Wajqrà (= e chiamò), riportata come ordine detto da Dio a Mosè perché lo riferisca al popolo.

Per gli ebrei l'anima era legata al corpo per cui ogni malattia fisica era la manifestazione di una malattia morale. E la lebbra lo era, in particolare modo, proprio in forza di quanto è scritto in questi versetti che abbiamo appena letti. Ne deriva la lebbra è un'equazione: distruzione fisica = morte sociale. Fra le cose che il lebbroso doveva fare c'era quello di vivere in solitudine fuori dall'accampamento, vestire con stracci, coprirsi la faccia e quando vedeva venire qualcuno verso di lui doveva Gridare: "Sono immondo!". Anche oggi esistono i lebbrosi: sono gli ammalati, gli abitanti delle baraccopoli, i colpiti dall'attuale pandemia. lo stesso Gesù dalle autorità del suo tempo fu trattato da lebbroso e sfigurato è messo a morte perché aveva amato oltre ogni limite.

Questo salmo, attribuito a Davide, è il rendimento di grazie di un peccatore, che confessa pubblicamente di essere tale ma di essersi riconciliato con Dio, che ci ama infinitamente, ed invita gli altri peccatori a fare altrettanto. Noi oggi, sul suo esempio, siamo invitati a riconoscere che, confessare il nostro peccato non è degradante ma solo segno di umiltà nella verità. Allora il peccato non è la bara, ma nel cuore del peccatore pentito, è il luogo in cui si manifesta la grazia di Dio .


San Paolo insegna, ai Corinti e anche a noi, a vivere con semplicità la nostra vita in questo luogo di pellegrinaggio, senza tanti moralismi, perché una cosa è la religione e altro è il moralismo. Inoltre egli ci ricorda che la gloria di Dio la vita dell'uomo, vissuta in maniera normale tutti i giorni della nostra esistenza terrena. Non sono i digiuni pubblici dei farisei osservanti, ma servire nella carità, che ci rende accetti a Dio, soffrendo con chi soffre e gioendo con chi gioisce. Anche il mangiare, se è libero da egoismi e da spreco, se orientato al dovere di far partecipe chi no ne ha, è orientato alla gloria di Fio. come insegna il ricco Epulone.


L'odierna liturgia propone, alla nostra meditazione, ancora una volta 5 versetti ( 40-45 ) del primo capitolo, tratti dal Vangelo secondo Marco. In esso è narrato un evento miracoloso, la guarigione di un lebbroso, che assume un " significato messianico". In questi versetti Marco ancora insiste inoltre sul " segreto messianico quale si contrappone l'iniziativa del lebbroso guarito che proclama e divulga l'accaduto, tanto che " Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città", invece che presentarsi al sacerdote e offrire un sacrificio di purificazione come Mosè aveva ordinato ( Lev cap. 14). Gesù è riconosciuto, praticamente, come Messia da uno sciagurato, che deve gridare " immondo, immondo" perché non venga incontrato per strada fuori città, la città gli è preclusa, ma non è riconosciuto dall'autorità religiosa e politica. Il Messia, ieri e oggi, è quello che vogliono i farisei di sempre e non quello mandato da Dio, il quale viene riconosciuto esclusivamente dai derelitti veri non quelli di professione.


Revisione di vita

- Dopo oltre due millenni di cristianesimo esiste ancora una mentalità che emargina il diverso. Noi come ci comportiamo?

Esistono nel mondo molti prestigiatori, in tutti i campi, che non fanno altro, che tenere segreti gli altri. Noi da che parte stiamo? Crediamo a tutto quello che sentiamo proclamare da costoro in televisione oppure abbiamo qualche dubbio in proposito?


Efisio e Marinella Murgia di Cagliari.