Omelia (07-02-2021) |
don Roberto Seregni |
Si avvicinó Dopo l'esorcismo nella sinagoga di Cafarnao, il ritmo del Vangelo si fa incalzante. Guarigioni e esorcismi, tutti cercano il maestro e la pressione della folla è tale che Pietro e gli altri discepoli devono interrompere la preghiera di Gesù. Sembra proprio che Marco voglia farci percepire l'urgenza dell'annuncio del Regno e la passione con la quale Gesù inizia la proclamazione del Vangelo di Dio. Ma c'è un piccolo dettaglio che attira la mia attenzione. È vero: questo primo capitolo del Vangelo inizia ad altissima velocità, ma Gesù non si fa nessun problema a prendersi tutto il tempo necessario per entrare nella casa di Pietro e visitare sua suocera che era ammalata. È davvero affascinante questa attenzione di Gesù: non ha fretta, non scappa via, non si inventa una scusa, non dice ai suoi discepoli di prendere un appuntamento con la segretaria. Gesù si ferma, ha tempo per lei, la prende per mano e la guarisce. Stupendo. Quanto abbiamo ancora da imparare da Gesù! Imparare a rallentare, a dare tempo alle cose importanti, alle persone prima di tutto. I nostri elaborati progetti pastorali non servono a nulla se non sappiamo rallentare il passo e preoccuparci di chi sta male, di chi sta in fondo alla fila, di chi non riesce a seguire il nostro ritmo. Dobbiamo imparare da Gesù a rallentare, a mettere prima di tutto le persone e a prenderci cura delle ferite dell'umanità. Un abbraccio don Roberto |