Omelia (07-02-2021) |
don Domenico Bruno |
Se la Chiesa non porta a Dio, è assassina! Nel Vangelo di oggi Gesù è chiaro: lo scopo per cui è venuto è predicare, parlare dell'amore di Dio (cfr Mc 1,29-39). In effetti oggi siamo cristiani malati: o ci preoccupiamo di essere assistenzialisti e perbenisti, oppure, anziché preoccuparci di coltivare la dimensione comunitaria della fede, con la quale ci raduniamo insieme attorno al Signore, ciascuno pensa a se stesso: come quelle persone del vangelo che vanno da Gesù per essere risollevate, guarite... Se non chiediamo a Gesù il miracolo o l'assistenza, non siamo contenti! Come cristiani ci stiamo addormentando: siamo poco interessati di aiutare chi ci è vicino ad affezionarsi al Signore. Sembra che parlare di Dio sia diventato un tabù e quando capita si usano i nomi vaghi: lui, cielo, dall'alto, qualcuno-con-la-q-maiuscola. Abbiamo paura di chiamare per nome Colui che ci ama, per paura di essere presi in giro. Essere cristiano non significa vivere da esaltato, non significa fare lotte estremiste verbali o fisiche. Gesù non è buono solo perché guarisce e fa grazie. Gesù è colui che vuole parlarci del Padre. Gesù è colui che vuole portarci al Padre. Gesù vuole che ci sentiamo figli amati e insegniamo ai nostri fratelli la stessa cosa. Il Signore si ritira in un luogo deserto per parlare col Padre e chiede ai suoi discepoli di accompagnarlo perché Lui è venuto per questo: insegnarci a parlare del Padre e col Padre. Una chiesa incapace di questo, non sarà mai chiesa e anziché generare fede, la ucciderà. - Io invece, come vivo la mia fede? Che nome do a Dio? Ricevi ogni giorno il commento direttamente sul tuo telefono: unisciti al canale Telegram @annunciatedaitetti Resta aggiornato col sito: annunciatedaitetti.it Iscriviti anche al canale YouTube |