Omelia (18-10-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Come vivere questa Parola? Soltanto l'evangelista Luca, che oggi festeggiamo, riporta l'invio in missione di settantadue discepoli. Gli esegeti suppongono che questo numero miri a rappresentare simbolicamente le settantadue regioni dell'universo, così com'era allora conosciuto. Certamente il testo significa la volontà del Signore che è volontà di salvezza per ogni uomo della terra. Ci chiediamo anche: quale senso ha il mandarli a due a due? Troviamo la risposta nel commento di un grande padre della Chiesa: Gregorio Magno. Egli dice testualmente: "Bisogna che i discepoli siano anzitutto messaggeri della carità di Cristo, perché essa si esercita ed è visibile nell'amore reciproco" Così ci si spiega anche il fatto che Gesù manda i suoi discepoli davanti a sé, quasi a innescare un processo di attenzione alla sua Persona, proprio per il fatto che, mediante l'amore reciproco, mostrano già acceso quel fuoco che Egli è venuto a portare. D'altro canto Gesù è lì con loro e ognuno di loro può dire come Paolo nella prima lettura odierna: "Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato la forza perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio". Nella mia pausa contemplativa, oggi passerò del tempo a ringraziare per i tesori sparsi nel Vangelo di Luca e chiederò, per sua intercessione, un cuore capace di accettare pienamente l' "altro" che mi sta accanto o che lavora con me o che è con me sulla strade dell'evangelizzazione. Verbalizzerò: Ch'io per amore porti la tua croce con Te Signore perché il mio amore dell' "altro" sia autentico e porti il frutto dello Spirito: la pace, la gioia, la benevolenza. La voce di un grande pensatore del XX secolo "Dove due persone sono veramente insieme, lo sono nel nome di Dio" Martin Buber |