In questa prima domenica di quaresima, merita porre l'accento anche sulla prima lettura, che racconta l'alleanza tra Dio e il suo popolo, dopo il diluvio (Genesi, capitolo 9). Ricordiamo che lo scopo del racconto, dove sembra che Dio voglia separare i buoni dai cattivi, salvando i buoni con l'arca di Noè e affogando i cattivi, è costruito proprio per arrivare a questa conclusione: Dio sa che in ogni uomo c'è il bene e il male, per cui il tentativo di risolvere il problema del male con un diluvio, è destinato a fallire. Perciò il racconto si conclude ribadendo per due volte: "non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra...non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne»." Dio ama l'uomo così com'è. Speriamo che impariamo a volerci bene anche noi, senza più commettere stragi e pulizie etniche, che ogni volta corrispondono alla logica del diluvio, dove noi siamo i buoni e gli altri i cattivi.
E' molto bello l'invito che ci fa di contemplare l'arcobaleno per ricordarci di questa alleanza: Mai Dio affronterà il problema della giustizia uccidendo i cattivi, perché per lui anche essi sono prima di tutto figli suoi. " Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi... Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell'alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l'arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi".
L'arcobaleno, oltre ad essere bello e ha segnare un momento di grande calma dopo il temporale, è simbolo di un'autostrada che collega il Cielo con la terra.
Il vangelo si colloca dopo il battesimo di Gesù.
"E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto". Il deserto è il luogo dove è difficile vivere, ma di solito è proprio quando la vita si fa difficile che s'incontra Dio, extrema ratio.
"nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana". Chiaro accenno all'esodo, ma quaranta era la durata della vita media. Oggi si direbbe ottanta o novanta. Significa che Gesù è stato tentato durante tutta la sua vita, come noi. Diverse volte lo vediamo che si ritira per pregare da solo, per discernere ciò che è meglio fare. Sono momenti di tentazione, dove deve prendere decisioni importanti. L'abbiamo visto domenica scorsa a Cafàrnao, dove deve decidere se ripartire, o accontentare i discepoli e tutti quelli che lo cercano. Lo vedremo nel Getsemani. Distinguere i suggerimenti che vanno contro il vangelo da quelli giusti, non è sempre scontato, anche per Gesù; figuriamoci per noi.
"Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano". Le bestie selvatiche sono i potenti che alla fine lo hanno crocifisso, mentre gli angeli sono i discepoli. Esattamente come noi che viviamo tra chi ci vuole mangiare, sfruttare e derubare, e tutti quelli che ci aiutano a vivere.
"Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio". Quando Giovanni viene arrestato, Gesù deve decidere cosa fare. Non va a Gerusalemme, perché sarebbe stato arrestato subito, non torna a Nazareth, perché sa che si sarebbe scontrato con una mentalità chiusa alla novità. Sceglie la Galilea, cioè decide di andare dai lontani, dalle persone disprezzate dai puri di Gerusalemme. Lì comincia da annunciare il suo vangelo, che significa annunciare una buona e bella notizia.
" Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino". Regno di Dio è una società giusta, dove ognuno fa il possibile perché tutti siano felici. Gesù propone l'utopia di tutti i tempi e di tutte le ideologie. Per lui la via per riuscirci è: "convertitevi e credete nel Vangelo". Significa cambiare mentalità provando a ragionare come il Padre, che considera tutti importanti. Credere al vangelo significa fare tutto in funzione di ciò che credo. Gesù credeva che Dio è amore, e per questo si è messo al servizio di tutti.
"convertitevi e credete nel Vangelo" è una delle due frasi che possiamo ascoltare ricevendo le ceneri. Ascoltiamola.
Buona quaresima.