Omelia (21-02-2021)
Missionari della Via


Sta scritto che Gesù viene sospinto dallo Spirito nel deserto, e qui affronta prove e tentazioni. Perché deve affrontarle? Egli le affronta da uomo; Egli scende nel nostro punto più basso, più misero, più infimo, perché ogni cosa va risolta alla radice, come un tumore da estirpare completamente. Egli scende nel nostro punto più basso perché noi non ci scoraggiamo nelle difficoltà, nelle prove, nelle tentazioni di questa vita; noi non siamo soli, Cristo è con noi «noi non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno» (Eb 4,15-16).

Ecco, noi non siamo soli nelle prove e nei combattimenti di questa vita. Accostiamoci dunque fiduciosi a Cristo, Egli ci dona la sua grazia, Egli ci assicura la Sua presenza, ci dona i Suoi mezzi per vincere il maligno.


«San Francesco mentre dimorava nel luogo della Porziuncola, fu assalito per il bene del suo spirito da una gravissima tentazione. Interiormente ed esteriormente ne era duramente turbato, tanto che alle volte sfuggiva dalla compagnia dei fratelli perché, sopraffatto da quella tortura, non riusciva a mostrarsi loro nella sua abituale serenità [...]. Accadde che un giorno, mentre stava pregando nella chiesa di Santa Maria, gli fu detta in Spirito quella parola del Vangelo: "Se tu avessi una fede grande come un granello di senapa, e dicessi a quel monte di trasportarsi da quello a un altro posto, avverrebbe così". Francesco domandò: "E quale è quel monte?". Gli fu risposto: "Il monte è la tua tentazione". Rispose Francesco: "Allora, Signore, sia fatto a me secondo quello che hai detto". E all'istante fu liberato, così che gli parve di non avere mai sofferto quella tentazione» (FF 1568).


Possiamo dunque anche dire che nell'affrontare le prove, le tentazioni di questa vita noi comprendiamo qual è la nostra fede, il nostro spessore umano e spirituale; e questo lo comprendiamo non quando siamo sereni e pacifici ma quando, appunto, affrontiamo le difficoltà della vita. Noi, come dice S. Agostino, conosciamo noi stessi nelle prove. Gesù, dopo aver combattuto e vinto nel deserto il primo combattimento contro il diavolo, viene servito da bestie feroci e angeli: ciò indica una ritrovata pace messianica, il cielo e la terra sono riconciliati. È la pace paradisiaca che Gesù vuole ridonare all'umanità. Ma questa prima vittoria su Satana non è già definitiva, Gesù lo sconfiggerà con la sua morte in croce e, definitivamente, alla fine dei tempi. Questo ci serve a capire che nel nostro cammino non basta solo una volta affrontare e vincere le tentazioni del maligno, infatti sta scritto per Gesù e dunque per ognuno di noi che: «Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da Lui per ritornare al tempo fissato» (Lc 4,13). Per questo S. Pietro ci mette in guardia dicendoci: «Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare.» (1Pt 5,8).