Omelia (21-02-2021)
don Michele Cerutti


Il tempo di Quaresima giunge inesorabile in ogni anno liturgico e ci rimanda alla meta a cui tutti dobbiamo giungere ovvero alla Pasqua. Un tempo questo in cui ci viene chiesto di aumentare il nostro impegno di fede con gli strumenti della preghiera, la carità e il digiuno che ci riconducono all'essenziale della nostra esistenza.

La Parola ci presenta un Dio innamorato dell'uomo e sempre pronto ad andargli incontro nonostante le sue piccole e grandi infedeltà. Egli non tiene sdegno di fronte ai nostri errori e non si è stancato neanche quando l'uomo nei suoi primi passi si è dimostrato incapace di corrispondere all'Amore. Per suggellare la fedeltà nei confronti di noi tutti Dio fa qualcosa di straordinario si dona facendosi carne e accettando l'ignominia della morte in Croce. Con la Quaresima ripercorriamo la via del dolore che Gesù ha provato e come Lui stesso ha detto in una rivelazione mistica ad Angela da Foligno: Non ci ha amato per scherzo.

Pietro nella lettera, che abbiamo proclamato, in pochi versetti, ci presenta la meraviglia compiuta in Cristo Gesù e come attraverso il Battesimo noi siamo chiamati a essere figli nel Figlio e quindi chiamati a vivere e morire con Lui per risorgere con Lui. Il tempo di Quaresima ci chiede di fare memoria del nostro Battesimo nel quale siamo stati segnati per ritornare a Lui.

Il brano del Vangelo, anche questo molto breve, ci offre una sintesi completa di come Gesù abbia vissuto la sua Quaresima prima di iniziare il suo ministero pubblico. Il contesto è triste Giovanni il Battista, che aveva impartito un Battesimo di conversione anche a Gesù stesso, è morto ucciso da Erode. L'aria che si respira in Galilea è sicuramente triste perché il Precursore attirava nella sua predicazione e molti erano coloro che volevano farsi battezzare da lui. La storia della salvezza non si arresta davanti a questo male anzi prosegue. Ricevuto il Battesimo dal Battista Gesù viene rapito, ci dice l'evangelista Marco e condotto nel deserto. Questo è il luogo in cui si sperimenta l'intimità con il Padre, come lo ha potuto verificare il popolo per 40 anni prima di entrare nella Terra promessa, oppure come possiamo leggere nei versetti memorabili di Osea quando Dio stesso vuole condurre il popolo proprio lì perché Lui possa parlare al cuore di tutti loro. Nel deserto il Battista stesso esortava il popolo a raddrizzare i sentieri per permettere a Dio di entrare nella storia. Gesù ci indica quel luogo per recuperare quella intimità.

La Quaresima è proprio cercare di fare nella nostra vita esperienza di deserto laddove il Signore ci ha messo. Cercare in questo tempo di recuperare l'intimità con Dio attraverso l'esperienza dell'essenzialità a cui l'immagine del deserto ci rimanda.

Gesù fa questa esperienza per 40 giorni e Marco utilizza una descrizione particolarmente significativa. Vi sono animali selvatici e angeli. Questo vuol dire che tutta la creazione è coinvolta perché come direbbe Paolo: tutto è stato creato per mezzo di Lui e in vista di Lui.

Sulla scena imperversa anche Satana, il divisore. Egli vuole assoggettare Dio ai suoi progetti e cerca tutte le occasioni per portare avanti il suo programma. Gesù, lo vediamo nel parallelo di Matteo, non ragiona con il demonio, ma risponde con la Parola davanti alle provocazioni di Satana. Un insegnamento per noi tutti con il demonio non si ragiona ci si difende con la forza della Parola di Dio.

Cogliamo l'occasione della Quaresima per abitare la Scrittura. Questa ha la forza di interrogarci e penetrarci profondamente da un lato ci giudica, ma dall'altro lato ci esorta a camminare più speditamente. Il Papa ci invita sempre ad avere un piccolo Vangelo in tasca proprio per aprirlo nelle diverse circostanze della giornata e fermarsi in mezzo al turbinio delle cose da fare e leggere qualche passo e meditarlo. Una bella occasione per fare un poco di deserto nella nostra vita in mezzo alla quotidianità.

Il demonio agisce sempre, ma non dobbiamo avere paura è stato vinto da Dio stesso in Cristo Gesù. Come opera Satana? Disaffezionandoci dalla fede, dividendoci tra di noi e cercando di giustificare il tutto. L'azione compiute dal demonio sono molto subdole e sottili che molto spesso rischiamo di scivolarci dentro senza accorgerci. Importante per questo recuperare la Parola di Dio per cercare di difenderci dagli attacchi del male.

Il brano evangelico prosegue perché Gesù terminata questa esperienza di deserto, provato dalle tentazioni di Satana, va per quella Galilea, circondata dalle tenebre che Erode ha sparso, per esortare tutti alla conversione perché il Regno di Dio è vicino. Conversione è un termine che viene usato nella sua dimensione più profonda e fa riferimento alla dimensione ontologica ovvero tutto l'essere sia coinvolto. Non è quindi semplice cambiare direzione dal punto di vista morale, ma che tutto il nostro pensare e il nostro agire sia indirizzato verso la costruzione del Regno. Questi è vicino perché Cristo ormai abita in mezzo a noi e ci conduce verso la meta a cui tutti siamo indirizzati.

Un invito all'inizio di questo tempo forte affinché non perdiamo il nostro tempo e camminiamo spediti verso la meta. Il brano evangelico prosegue con la chiamata dei primi apostoli. Questo invito deve proseguire con la nostra collaborazione e richiede il nostro impegno.