Omelia (21-02-2021)
padre Antonio Rungi
Lavacro, purificazione e conversione in Cristo Signore

Da mercoledì scorso, con la sacre Ceneri, è iniziata la Quaresima 2021, il tempo liturgico di 40 giorni che ci prepara alla Pasqua. Si tratta di un periodo penitenziale abbastanza lungo che impegna ogni cristiano a vivere questi giorni nella preghiera, nella penitenza, nella carità e nella lotta ad ogni forma di male che può annidarsi nel cuore di ogni uomo.

Lo richiede in particolare questo momento che stiamo vivendo a livello mondiale con la pandemia, che invita tutti a riflettere seriamente su chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.

Ce lo ha ricordato la liturgia del mercoledì delle ceneri che è riproposta nel vangelo di questa prima domenica di questo tempo forte dell'anno liturgico: siamo polvere, cenere e in polvere ritorneremo, cioè lasceremo questo mondo, dove siamo di passaggio per approdare all'eternità.

In ragione di questo siamo chiamati continuamente a rinnovarci e a convertirci nel profondo del nostro cuore, seguendo l'insegnamento di Cristo, che nel brano del Vangelo di Marco, appena ascoltato, ci viene presentato in un primo momento nel deserto tentato dal diavolo e successivamente con l'inizio del suo ministero pubblico.

Nella sua libera, spontanea e autonoma quarantena scelta da Gesù di farla nel deserto, lontano da ogni pericolo di contaminazione con il male, che non poteva attecchire su di Lui, essendo il Figlio di Dio, cogliamo il chiaro invito ad isolarci dal mondo non per sfuggire alla pandemia, ma per pregare e fortificarci nello spirito. La nostra quaresima o quarantena non può essere di ordine sanitario e medico, ma spirituale ed ecclesiale. In questo senso siamo invitati a vivere questi giorni con profondo spirito di fede e di speranza.

Parimenti, la quaresima è anche invito alla conversione, accogliendo la buona novella del Regno, proclamata da Gesù, all'inizio del suo ministero pubblico, quando Giovanni Battista era stato arrestato. Lui prende in mano la situazione del popolo eletto ed inizia ad evangelizzare portando nel cuore di chi incontrata la speranza e la vera rinascita interiore, morale e sociale. Anche noi, carissimi amici che mi ascoltate, lasciamoci sospingere dallo Spirito nel deserto e in questi quaranta giorni del 2021, anche tra le tante tentazioni, non perdiamo di vista la Pasqua di Risurrezione. Ci ricorda l'evangelista Marco che Gesù stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Possiamo ben dire che stava tra cielo e terra, anzi Egli era il cielo disceso sulla terra e nel deserto, immerso nel creato, Gesù sperimenta la vicinanza del Padre, con accudimento della sua persona curata dagli stessi messaggeri celesti. Dopo il periodo di isolamento e di prova, superato da Gesù, Egli si recò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio.

La sua predicazione non era fatto di grossi discorsi o di lunghi e inconcludenti discorsi, ma erano sintetici, chiari e ben indirizzati verso un obiettivo preciso, che Marco, riporta in questi termini: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Alla conversione ci invita anche la prima lettura, tratta dal libro della Genesi, dove si parla appunto del diluvio universale. L'acqua di 40 giorni di purificazione indica il tempo della nostra quaresima che siamo chiamati a vivere in questo anno speciale. Purificarci da tutto quello che sono le impurità dello spirito, visto che siamo tanto concentrati nel purificare continuamente ogni cosa per non contrarre il virus. Su questo punto molto accorti, meno lo siamo su un piano spirituale. Sorga anche sul nostro mondo e sul nostro tempo l'arcobaleno della pace e della passata tempesta della pandemia, non per vivere dissoluti, ma per avere la consapevolezza che sono in Dio troviamo vita, speranza, gioia e futuro. Esattamente come Dio disse a Noè dopo il diluvio: «Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell'alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l'arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne».

Dall'acqua del diluvio all'acqua del battesimo ci rimanda la seconda lettura di questa prima domenica di Quaresima, tratta dalla prima lettera di San Pietro, nella quale il principe degli Apostoli ci ricorda che "quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua. Quest'acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo". Tutti siamo stati battezzati e tutti dobbiamo vivere il battesimo, impegnandoci quotidianamente a lottare contro il male e far emerge il bene nella nostra ed altrui vita.

Questa quaresima 2021 è la grande occasione della nostra vita per mettere a posto le cose che non vanno.

La sofferenza di un anno segnato dalla pandemia qualcosa pure ci avrà insegnato e detto. Ma se non fosse così abbiamo tutto il dovere morale di cambiare strada e non sbagliare più. Sbagliando si impara e da questa lezione della vita usciamo rinnovanti con il cuore e il volto di Cristo.