Omelia (21-02-2021) |
don Mario Simula |
Nel deserto a scuola di amore Con Gesù la storia raggiunge il suo culmine, scopre la sua "pienezza". Non si può più parlare di tempo "cronologico", passaggio di giorni, di mesi e di anni, ma di un tempo come "grazia", come "salvezza". Gesù è con noi. Ormai "la salvezza" è in mezzo a noi. Il dono maturo dell'amore di Dio ci viene offerto da Gesù. A noi è chiesta la disposizione ad accoglierlo. Ci è chiesta la "conversione". Un imperativo che il Signore mette all'ingresso della "nostra" quaresima: il cuore nuovo, lo spirito nuovo, il nuovo modo di pensare. Lo diciamo sempre, come un ritornello, quando i "quaranta giorni" iniziano il loro corso. Ci convinceremo, in un qualche momento fortunato della nostra vita, che il "tempo di Dio" sta attraversando le nostre esistenze come un fiume sotterraneo che racchiude risorse d'acqua e di fecondità? "Convertitevi". Non predichiamolo, nessuno di noi, agli altri. Permettiamo a Gesù che lo dica a tutti noi e lo dica efficacemente. Non è possibile attardarsi in discussioni o preoccupazioni inutili. Non possiamo più tergiversare. Sarebbe l'ennesima volta. Sarebbe un'ulteriore occasione perduta, l'ennesimo passaggio di Dio andato a vuoto. Solo il cuore nuovo può accogliere con fede il Vangelo nuovo, come un vino novello. Scopriremo, allora, che la bella notizia di Gesù ci ripropone l'alleanza. Dio depone l'arco con le frecce della "vendetta" e distende nel cielo l'arco dell'armonia interiore. La pace, l'incontro con i fratelli, la comunione con la terra e soprattutto il rapporto con Dio si rannodano ricucendo i fili interrotti dalle nostre infedeltà. Lo Spirito dell'Amore ci "spingerà" nel deserto, luogo di prova e di tribolazione, ma, allo stesso tempo, luogo di intimità e di comunione del nostro cuore con il Cuore di Dio. "Ti condurrò nel deserto e parlerò al tuo cuore". Dio ci dirà la sua attesa impaziente, l'ansia con la quale si dispone a cogliere un nostro segnale credibile di risposta. La tentazione potrà stritolarci, ma non prenderà il sopravvento. Un po' di beni illusori che cosa sono davanti all'amore che Dio mette nei nostri cuori? La pretesa del potere e del dominio, sia materiale che spirituale, che cosa aggiungono alla nostra sublime dignità di persone comprate dal sangue di Cristo? La pretesa di essere come Dio a quali derive ci conduce? Sono le tentazioni di Gesù. Gesù vince il maligno. Sono le nostre tentazioni quotidiane. Gesù ci dà la forza e l'amore perché anche noi con Lui vinciamo. La Parola di Dio, sentinella e maestra del tempo quaresimale, mette, a sigillo di questo inizio, alcuni punti fermi che orientino il nostro cammino di conversione. Il silenzio per ascoltare Dio, gli uomini e il mondo. Il cuore nuovo, "convertito", che inizia a battere con ritmi umani e fraterni, senza durezze e severità gratuite verso nessuno. Meno che meno verso coloro che, con una certa ipocrisia, consideriamo peccatori. L'attenzione fiduciosa al Vangelo, narrazione affascinante del passaggio di "Dio-con-noi", Emmanuele. La scoperta del nostro battesimo, come dice Pietro. Un battesimo che sia alleanza definitiva e appagante, figliolanza tenera verso un Padre che ci ama infinitamente. La lotta, dimensione umana della fedeltà al patto con Dio; condizione permanente di allenamento e di crescita. Senza la lotta contro il Tentatore il cuore si smarrisce. Non dimentichiamo, però, che si annidano dentro di noi i contorni del combattimento. Dal cuore scaturisce ogni grigia inaffidabilità. Può scaturire anche ogni coraggiosa vittoria sul Maligno. La vittoria nel nome del Signore, Parola definitiva, Certezza a portata di mano, Consolazione nello smarrimento e nella debolezza. La preghiera, pane quotidiano dell'incontro e contesto per trovare la chiarezza del discernimento. Gesù ci chiama a scegliere. Vuole la nostra decisione. Aspetta il nostro amore. Lo cercheremo nelle ore della confidenza trascorse con Lui. Gesù, misterioso innamorato della mia esistenza. Per amore ti lasci spingere nel deserto dallo Spirito dell'Amore. In quell'aridità si consuma la tua lotta a tutto campo contro il Maligno. Gesù, non sei Tu la persona fragile, esposta ogni giorno alla sconfitta. Sono io. Tu, da incorreggibile atleta dell'Amore, per quaranta giorni permetti che il diavolo ti metta alla prova. Mi vuoi lanciare un messaggio di salvezza: "Figlio mio, conosco i tuoi peccati, conosco la tua debolezza, conosco le tue incertezze. Ho visto, tante volte, scorrere le tue lacrime. Sono venuto in questo deserto e sono stato tentato per dirti che ti sto sempre accanto perché il maligno non prevalga su di te". Ancora una volta, Gesù, sei ostinatamente fedele alle tue promesse, e, mentre dormi sulla barca sballottata dalla tempesta, metti alla prova la mia fede. Il male si vince credendo nella tua Persona, dando la mia vita alle tue mani. Soltanto Tu puoi custodirla dalle insidie affascinanti del male, che talvolta prendono il sopravvento su di me. Gesù, venuto per i malati e non per i sani, per i peccatori e non per i giusti, trovi in me pane per i tuoi denti. Quanto esercizio di pazienza e di misericordia devi fare quando mi guardi nel cuore e lo trovi inquinato e ribelle. Gesù, non scoraggiarti mai davanti a me. Mi dispererei. Gesù, sei stato tu a dirmelo: "Io ti perdono sempre. Metti il tuo peccato nelle mie mani. Con fiducia. Non scappare mai dal mio amore. E' inesauribile". |