Omelia (28-02-2021)
padre Paul Devreux
Trasfigurazione o croce gloriosa?

"Sei giorni dopo...". I discepoli erano contenti, perché avevano capito che stavano con il Messia, e che quindi avevano davanti un futuro glorioso. Invece Gesù comincia a parlare della sua passione. I discepoli non capiscono e non accettano questo discorso, come chi potrebbe non capire perché io oggi, parlo della passione invece di parlare di prospettive di paradiso.

Pietro addirittura prova a prenderlo in disparte per rimproverarlo. Gesù reagisce energicamente trattandolo da satana, cioè da avversario del progetto di Dio. Questo è il contesto e per questo Marco si ricorda che sono passati sei giorni; sei giorni pesanti, come quando si è litigato in famiglia e nessuno parla. Giorni in cui i discepoli si domandano se rimanere con Gesù o scappare.

Per risolvere questo momento di crisi, Gesù propone a Pietro e altri due, di andare a pregare. Per fortuna accettano.

Provate voi ad invitare qualcuno con chi avete litigato, ad andare in disparte a pregare. Giustamente Gesù aspetta sei giorni prima di fare questa proposta. Di fatto è un'ottima iniziativa perché poi, "sul monte Dio provvede" e fa fare a questi discepoli un' esperienza cosi bella che si rincuorano e rinasce in loro il desiderio di seguire Gesù. Lo si vede dal fatto che Pietro ricomincia a parlare e propone di montare tre tende.

Ma qual è l'esperienza di trasfigurazione che possiamo fare noi? Vediamo.


"Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli." La prima cosa da fare è andare in disparte, per cercare il Signore e provare a capire come ragiona lui. Per questo è indispensabile allontanarsi per poter ascoltare ragionamenti nuovi, non banali. Sappiamo che Gesù ha annunciato che morirà in croce. Perché è pronto a sottomettersi a questa sofferenza? A che ci serve? Che c'entro io?


"Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche." Il bianco è simbolo di luce e di presenza di Dio che è luce.


"E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù." Elia rappresenta le profezie che in Gesù si stanno realizzando, Mosè la legge, che Gesù porta a compimento. Ma uno degli evangelisti (Luca 9) ci fa notare che parlavano con Gesù della sua dipartita, quindi della passione.
Cosa avranno detto? Certamente che Dio Padre approva e condivide questa scelta di Gesù, e quindi lo incoraggia ad andare avanti. In terra si sente solo, ma il Padre e tutto il Cielo è con lui.


"Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati." I discepoli sono contenti. Per loro è un momento molto bello. Ma sono anche spaventati, anche perché si continua a parlare di questa passione che non capiscono.


"Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!". Ultimo segno grandioso: Di-nuovo la voce del Padre, come il giorno del battesimo, aggiungendo: "Ascoltatelo", cioè fidatevi, dategli retta.

Cosa devo ascoltare oggi io? Ciò che mi dice quell'uomo crocifisso. Provo ad interrogarlo, a domandargli perché si è sottomesso a tanto dolore?

Qualcuno mi diceva che quando faceva miracoli lo sentiva lontano, ma nel vederlo camminare verso la passione, già lo sente più vicino alla nostra realtà.

Umanamente parlando vedere un uomo maledetto e crocifisso, è bruttissimo. Come era brutta per i discepoli la prospettiva di vedere il loro maestro rifiutato e ucciso. Ma se io scopro che quell'uomo sulla croce è la massima espressione dell'amore di Dio, la manifestazione di un amore gratuito, capace di amarci anche se lo rifiutiamo, queste è l'esperienza della trasfigurazione.

Signore aiutaci a fare quest'esperienza durante il nostro cammino verso la Pasqua. Donaci di vedere questa luce purissima; la Croce Gloriosa.