Omelia (05-10-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Gn 4,10-11 Dalla Parola del giorno Il Signore rispose: «Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita, e io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più centoventimila persone, che non sanno distinguere tra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?» Come vivere questa Parola? L'invito è, ancora una volta, a leggere (vorrei dire a "centellinare") tutto il breve libro di Giona. C'è quel tanto di verità sapienziale che ti fa coglierne la portata sempre attualissima e quel tanto di dosato umorismo che ti rende persuaso che la vita spirituale è per quanti sanno sorridere degli avvenimenti e anche di se stessi, fuori di ogni pesantezza e pedanteria e cavilli moralistici. Sorridono perché guardano a un Dio tanto più grande di loro nell'amare. Giona era stato onesto nel riconoscere la sua disobbedienza al Signore. Si era piegato ad andare a Ninive annunciando, in nome di Dio, che... o conversione o distruzione. E gli abitanti di Ninive si erano davvero convertiti. Così il Signore, coerente col suo essere "misericordioso e clemente, longanime, di grande amore e che si lascia impietosire", cambia le minacce in benedizioni. È qui che Giona s'impenna! Vorrebbe che si manifestasse la giustizia di Dio invece che la sua misericordia. E la segreta ra-gione è questa: Lui ha predicato la giustizia di Dio e le sue conseguenze. Che figura ci fa! Che frustrazione per la sua personalità di profeta fallimentare! E il bello è che Dio non gli fa un predicozzo, non lo sgrida adirato, ma, con sorridente bontà, prima gli fa crescere la pianticella di ricino a suo ristoro nel grande calore e poi, nell'afoso dardeggiare del sole, permette che il ricino rinsecchisca. E Giona è lì ad adirarsi di nuovo! Un altro suo "attaccamento" bruciato, un altro sogno infranto. Povero Giona, quanto assomigli a me, a noi, a certe nostre delusioni e amarezze, solo perché i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri, le sue vie non sono le nostre! Per nostra fortuna "quanto il cielo sovrasta la terra, così i tuoi pensieri" di misericordia senza limiti vanno ben oltre i nostri pensieri schematizzati entro una giustizia tanto povera d'amore e libertà. Oggi, rileggerò tutta la pregnante parabola di Giona e vi leggerò le mie impennate: Quante volte voglio che Dio faccia giustizia a me e agli altri! Qui e ora disperdi i cattivi, faccia prevalere i buoni. E quanto, a volte, mal sopporto il suo silenzio. Tu, Signore, per mia fortuna, disti dalla mia giustizia da... "calcolatore elettronico", quanto il sole dalla terra. Per favore, ti prego, convertimi alla tua misericordia. La voce degli antichi Padri Un soldato domandò un giorno a un anziano se Dio concede il perdono ai peccatori. E l'anziano rispose: "Ditemi, carissimo, se il vo-stro mantello è strappato, voi lo buttate via?" Il soldato replicò: "No, lo accomodo e continuo a usarlo". L'anziano concluse: "Se voi vi prendete cura del vostro mantello, Dio non sarà misericordioso verso la propria immagine?" Dagli Apoftegmi |