Omelia (21-03-2021)
padre Paul Devreux
Vogliamo vedere Gesù

"Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù»."

Che bello! Qualcuno vuole vedere Gesù. E non per curiosità, come Erode che rimase deluso. Vogliono capire chi è, contemplarlo, conoscerlo veramente. Se qualcuno mi fa questa domanda, cosa gli dico? Come faccio per portarlo a conoscere Gesù?


"Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù".

La prima cosa che fa Filippo è di cercare Andrea, cioè qualcuno che lo aiuti. Filippo capisce che la domanda è grossa e impegnativa, per cui cerca manforte. E' come noi quando diciamo: "Guarda cosa dicono i santi, ascolta la loro testimonianza". Ma io, cosa posso dire?

Fatto sta che lo vanno a dire a Gesù, come noi quando preghiamo il Signore di farsi conoscere a tutti quelli che troverebbero grande giovamento nel conoscerlo.


"Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato".

Glorificato sta per fatto conoscere, e Gesù non lo dice ai greci, ma ai discepoli, a noi. Gesù capisce che per poterlo annunciare, prima devo conoscerlo bene, e senza l'aver prima contemplato la sua Passione, siamo come Filippo e Andrea, che pur seguendolo da tre anni, ancora non lo conoscono.


"In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto".

Questo è il suo grande segreto. In un mondo in cui tutti puntiamo ad avere e a sopravvivere a tutti i costi, lui punta a portare frutti, cioè a poter diventare un nutrimento succoso per gli altri, un pane per tutti. E la via non è l'efficientismo, le capacità, ma morire, sparire, dare la vita! Io non arriverò mai a credere a questa via tanto da seguirla. Ed è bene confrontarsi con Gesù, per avere sempre più chiaro chi sono io, ma soprattutto chi è lui: un figlio di Dio.


"Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà".

Gesù capisce il mio disagio e mi viene incontro, come sempre, spiegandomi la convenienza di questa via, che posso seguire rispettando i miei limiti; non è una cosa che devo fare, ma che conviene provare a fare. Seguirlo significa amare e servire. Così divento servo di Dio; che è un grande onore.


"Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome".

Anche Gesù ha paura della sofferenza e della morte, ma ha chiaro che quella è la via maestra per rivelarci quanto è grande l'amore di Dio per noi. Una madre è pronta a morire per un figlio, Dio, in Gesù e con Gesù, lo fa anche per i nemici. Così glorifica il nome del Padre.


"Venne allora una voce dal cielo: "L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!" La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire".

Contempliamo Gesù in croce e solo allora potremo parlare di un amore sovrumano; un amore capace di accogliere tutti, tutti, tutti.


Buona domenica.