Omelia (11-04-2021)
padre Paul Devreux


Tommaso mi è simpatico, perché è l'unico che non ha paura di uscire e perché è spontaneo. Passa per quello che non ha creduto senza vedere, ma in realtà, nessuno ha creduto senza prima aver visto. In fondo Tommaso è quello che ci dice che per credere, ho bisogno di un'esperienza personale. Il segno che ho fatto un'esperienza è che cambia non solo la mia fede, ma anche la mia vita. Invece, un segno che non ho fatto questo tipo di esperienza, può essere il considerare Gesù come un personaggio importante al pari di Budda, Gandhi, o altri personaggi indubbiamente importanti, ma molto lontani da uno che è considerato figlio di Dio. Guardiamo il testo.


"La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore".

E' la sera della domenica di risurrezione. Gesù non viene, non appare, ma sta in mezzo a loro, come oggi sta in mezzo a noi. Mi ricordo le prime messe che ho celebrato. Ero agitato perché mi sembrava di essere al centro dell'attenzione e avevo paura di sbagliare qualcosa. Poi ho capito che io sono qui solo per provare a fare un servizio, ma chi sta al centro dell'assemblea è Gesù. Questo per me è molto rassicurante. Proviamo a vederlo anche noi, e a sentire la Pace che ci promette. Signore donaci di gioire anche noi vedendoti presente in mezzo a noi e nella nostra vita.


"Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati".

Il Padre ha mandato Gesù a rivelarci il suo volto, facendo del bene. Ora manda noi a perdonare e amare, annunciando e testimoniando la sua presenza anche oggi.


"Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo".

Gelosia? Invidia? Forse, ma la realtà è che nessuno può trasmettermi la sua fede; L'altro può solo raccontarmi che ha visto il Signore presente nella sua vita, per invogliarmi a cercarlo, ma Tommaso, come tutti, ha bisogno di vederlo personalmente.


"Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!".

Tommaso è il primo a chiamare Gesù Signore e Dio. Cosa è successo? Se stiamo al testo, possiamo dire che Tommaso non solo si stupisce di vedere il Signore, ma anche di scoprire che sa tutto quello che ha detto la settimana prima! Chi ha fatto la spia? L'unica spiegazione è che Gesù era presente anche lì e che quindi è sempre presente, anche se non riesco a vederlo.


"Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome".


Anche oggi Gesù continua a distribuire segni della sua presenza in mille modi diversi. La sua immaginazione è illimitata. Con quale criterio interviene? Non lo so, ma forse lo fa tenendo conto dei nostri bisogni e delle nostre richieste. Quindi, se m'interessa veramente l'esperienza che ha fatto Tommaso, facciamo come lui: Chiediamogli di manifestarsi. Diciamogli: "Vieni Signore Gesù, donaci d'incontrarti e di poterti testimoniare".