Omelia (11-04-2021) |
padre Antonio Rungi |
Il risorto e gli apostoli paurosi e dubbiosi Nella seconda domenica di pasqua chiamata in albis o della divina misericordia, il testo del vangelo, che abbiamo appena ascoltato, ci presenta le prime apparizioni di Gesù al gruppo degli apostoli. Apparizioni indicative della presenza costante e vigilante del Signore risorto in mezzo agli apostoli e a fianco alla chiesa nascente, che sulla risurrezione fonderà tutto il suo messaggio. Erano passati pochi giorni da quello storico evento della risurrezione di Cristo che molti cercavano di negare o mettere in dubbio. E stranamente in questa gara di negazionisti della risurrezione ci sono anche gli apostoli che non ancora avevano visto Gesù risorto. È soprattutto il negazionista per antonomasia che è Tommaso quello che dubita della risurrezione di Gesù al punto tale che assume il ruolo e l'aspetto dello scienziato e dello scettico, filosoficamente inteso, da dichiarare che non avrebbe creduto nella risurrezione di Gesù fin quando non avesse messo il dito nelle sue piaghe. Tommaso vuole toccare il Risorto con i segni della passione. Come gli altri apostoli, anche lui era andato via, si era allontanato da Gesù durante il processo, la condanna a morte, la salita al calvario e la sua morte in croce. Erano passati otto giorni dalla prima apparizione, del giorno della risurrezione, e non erano stati sufficienti a Tommaso per credere a quanto dicevano gli altri apostoli che già avevano visto il Signore. Il dubbio sulla risurrezione si estende al dubbio verso la chiesa che in quel caso, con la presenza di Pietro si fa portavoce di quanto è davvero è avvenuto. D'altra parte, si sa, che le due verità di fede sono inscindibilmente unite l'una all'altra e sono interdipendenti. Il grande dilemma dell'apostolo Tommaso viene sciolto dallo stesso Gesù nella successiva apparizione, quando Tommaso avrà la possibilità verificare il tutto e professare la sua fede in Gesù risorto. Esempio, Tommaso, in bene per quanti vanno alla ricerca di una fede adulta e matura e si fanno guidare dal dubbio costruttivo e non distruttivo della verità. Qui fede e ragione, due ali verso la verità, camminano insieme per arrivare all'assoluta certezza della fede e dell'evento storico, che Gesù è risorto davvero e noi in Lui siamo persone risorte, cioè non più morte o aspiranti a qualsiasi altro tipo di morte. Gesù risorto è vita, grazia, gioia, speranza e misericordia per tutti.
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