Omelia (24-10-2001)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Non sapete che voi, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla giustizia.

Come vivere questa Parola?
S.Paolo continua ad approfondire il tema appassionante della grazia che ci affranca da un'obbedienza schiavizzata all'osservanza materiale della legge. Previene però l'obiezione di chi potrebbe pensare che, se è la grazia, in definitiva, ad avere importanza, il trasgredire alla legge compiendo il peccato è del tutto esente da condanna. "Ciò è assurdo", dice Paolo. La schiavitù ai suoi tempi segnava la realtà sociale. Chi serviva era schiavo di colui che serviva. Così l'apostolo, dicendo qualcosa di sperimentato a proposito dell'obbedienza degli schiavi, rende evidente la verità che chi serve le proprie bramosie egoistiche compiendo il peccato, ne diventa automaticamente schiavo e va, dritto, alla morte. Al contrario obbedire a Dio (e quindi compiere per suo amore ciò che è indicato dai comandamenti) significa acquisire la "giustizia" che è grazia di santificazione, amore e vita.

Oggi, nel mio rientro al cuore, pregherò lo Spirito Santo, che è Spirito della libertà, di farmi luce dentro. In che cosa si annida la mia schiavitù? Sono forse schiavo di quello che la gente pensa di me, delle mie simpatie e antipatie o dell'attaccamento al mio giudizio, ai miei progetti, ai miei comodi, alla roba?

La voce di un uomo spirituale del nostro tempo
Se vuoi essere libero interiormente evita maldicenze e mormorazioni. Inoltre non ti far schiavo di discussioni meschine. Nulla divide maggiormente delle continue dispute per tutto e per nulla.
Andrea Schn-ller